
Raggiunti volumi di affari con numeri da capogiro: 4,4 miliardi di euro e più 20%. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare il mercato privilegiato per yacht sotto i 24 metri. .
Dal 1 settembre inizia il nuovo “anno nautico” 2025 – 26 che terminerà il 31 agosto dell’anno prossimo. E’ un periodo che per convenzione viene così identificato dalle tante aziende che lavorano nel diporto per confrontarsi e mettere in vetrina i loro ultimi prodotti. Yacht a motore e a vela, accessori di bordo di qualsiasi tipo, motorizzazioni entro e fuori bordo, Rhib (Rigid hull inflatable boat: battello gonfiabile a chiglia rigida), ma anche, molto più in grande, si guarda ai porti turistici, ai marinas, alle svariate infrastrutture del settore. Tutto ciò che riconduce alla nautica e al suo indotto, cioè all’area della economia del mare che attira sempre più l’attenzione degli investitori, viene apprezzato universalmente. Infatti per la certificata qualità “Made in Italy” si sono raggiunti volumi di vendite record: 4,4 miliardi euro, un più 20% sul periodo antecedente.
Per altro, in uno studio di Confindustria Nautica e Deloitte “The state of the art of the global yachting market” che esamina le dinamiche differenziate tra grandi e piccole aziende, si evidenzia che: “l’anno 2024 si può identificare come caratterizzato da una normalizzazione della crescita del settore a seguito del lungo ciclo di forte sviluppo del mercato e da una più evidente differenziazione delle dinamiche fra prodotti luxury e piccola nautica. Quest’ultima sta registrando incertezze causate dalla presenza su alcuni mercati di elevati stock di unità da diporto, che vanno a interferire con la vendita dei nuovi modelli di taluni segmenti”. Il Paese più interessato sul segmento “piccola nautica” sono ovviamente gli Stati Uniti d’America dove le vendite di yacht nuovi sotto i 24 metri (compresi quelli dei cantieri viareggini che lì hanno un giro d’affari molto sostanzioso) sono diminuite. Quel grandissimo mercato è monitorato costantemente tramite strategie commerciali sull’offerta di imbarcazioni diverse da quelle americane, senza avere quasi una concorrenza diretta.
Per dare un’idea sommaria di cosa significhi il mercato Usa, bastano pochi dati: vi sono 44,20 unità da diporto per 1.000 abitanti, con un totale di 15 milioni di unità, rispetto ad una popolazione di 343 milioni. Il confronto con l’Italia: 8,86 unità per 1.000 abitanti, un totale di 527 mila unità, per una popolazione di 59,5 milioni.(dati Fondazione Edison). E ad oggi il “fattore dazi” di Trump non ha prodotto i riflessi negativi temuti. Come conferma a La Nazione il direttore della Camera di Commercio Italia - America di Miami (Florida), Nevio Boccanera: “Faremo un sondaggio tra tutte le nostre imprese associate - che sono oltre 300 - sul tema dei dazi, per capire quale prevedono sia l’impatto reale e quali sono le sono le decisioni che verranno prese a livello strategico da ciascuna azienda per affrontare questo nuovo scenario”.
Nel frattempo, Viareggio e il suo Distretto nautico sono prontissimi ad affrontare e possibilmente vincere su tutti i fronti le sfide che il nuovo anno nautico 25 – 26 porta con sé. L’ottima sinergia creatasi nel tempo grazie al prezioso lavoro dei consorzi d’ imprese come Navigo, e con le associazioni di categoria (Confindustria Nautica e altre) hanno prodotto una crescita notevole anche nei sub settori, come ad esempio le varie accessoristiche e i servizi dedicati.
Walter Strata