GAIA PARRINI
Cronaca

L’avventura di Antonio. In kayak lungo il fiume Po

Nigro, agente immobiliare viareggino, è partito dal Monviso verso Venezia "Opportunità per mettermi alla prova, stando solo per ore in mezzo alla natura" .

Antonio Nigro è in viaggio con il suo kayak lungo il Po verso la foce del fiume

Antonio Nigro è in viaggio con il suo kayak lungo il Po verso la foce del fiume

di Gaia Parrini

È partito appena una settimana fa, immergendosi con il suo kayak nelle acque del Po, e, con, a bordo, tutto il necessario per attraversarlo e discenderlo fino a Venezia. È partito così, Antonio Nigro, agente immobiliare e assicuratore viareggino, con la passione, oltre che per il kayak, custodito al circolo Airone a Massaciuccoli, per la vela, e lo sport in generale, salutando la compagna e la figlia sulle sponde del fiume a Staffarda, raggiunto a piedi là dove il Po, dopo una quarantina di chilometri, diventa navigabile, e con la voglia, e anche il coraggio, di inoltrarsi per la prima volta in un viaggio di tale portata. "Due anni fa ho fatto tutto il cammino di Santiago a piedi, dalla Francia fino all’atlantico - racconta Nigro - E quest’anno volevo fare una cosa simile, ma con il kayak. Mi sono chiesto: “perché non fare un un fiume da dove nasce fino alla Foce?” E così ho pensato al Po, e l’ho studiato, con tutto il percorso, per mesi". Un percorso, e un viaggio, che, insieme alla difficoltà di governare delle acque osservate, analizzate e studiate, ma mai attraversate, in solitaria, e in solitudine, porta però con sé anche il senso della scoperta, di un mondo tutto naturale. "Mi piace molto viaggiare da solo - racconta Nigro - E, come una volta, fare viaggi lenti, anche a piedi, per gustare ogni modo insolito e ogni paese che attraverso, in un modo o nell’altro. È anche un’occasione per mettermi alla prova, stando tanto da solo: passo ore in mezzo al fiume fra gli argini, in mezzo alla natura, con gli aironi che volano da una parte all’altra e i pesci siluro che si muovono sotto il kayak". Un’avventura, quello di Nigro, che tra una città all’altra, nei momenti di pausa nei luoghi di ristori scovati ogni giorno, continua a portare avanti il suo lavoro in smarworking, affrontata con intraprendenza e decisione, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà che ha già dovuto fronteggiare: dalla perdita, in acqua, del cellulare, alla gestione delle rapide e dell’attraversamento degli sbarramenti, come quelli trovati alle porte di Torino e di Chivasso, fino al “salto” dei tappi che proteggono dall’acqua i due gavoni di poppa e di prua, risolto in maniera artigianale con l’utilizzo di sacchi della spazzatura ed elastici. "Le rapide sono impegnative, perché devi riuscire a tenere la canoa in posizione per non rovesciarti o non imbarcare acqua, ma sono anche divertenti, grazie alla pratica e alla manualità sviluppata" conclude Nigro, che conta, facendo 50 km giornalieri, nella sua avventura fatta di coraggio e sorprese, di raggiungere Venezia in due settimane.