MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

La felicità sui pedali. Il viaggio di Giorgio in sella alla bicicletta per arrivare in Turchia

Il giovane Natale ha percorso duemila chilometri in 50 giorni "L’accoglienza della gente me la porterò per sempre nel cuore" .

Giorgio Natale si concede un selfie al tramonto per immortalare il viaggio

Giorgio Natale si concede un selfie al tramonto per immortalare il viaggio

L’idea gli è venuta pedalando nel centro storico di Bologna, la sua città da studente fuori sede, in attesa della discussione della tesi di laurea in economia. Avrebbe potuto regalarsi una comoda vacanza Giorgio Natale invece lo spezzino ha voluto davvero esagerare. E forse la “colpa“ è stata proprio di quella bicicletta che gli ha trasmesso la carica giusta per affrontare un lungo e emozionante viaggio. Da quel pomeriggio bolognese di strada ne ha fatta: per la precisione 2200 chilometri percorsi in 50 giorni per arrivare fino a Istanbul. Giorgio, 24 anni, spezzino di Castè neolaureato in attesa del futuro. Nel frattempo ha deciso di fare il cuoco al ristorante “Piccolo blu“ a Campiglia. "Ho sempre avuto la passione per la cucina vivendo da solo a Bologna. Poi dopo un viaggio così lungo mi sono specializzato. Adesso devo soltanto abituarmi a aumentare le porzioni".

Partito da Spezia ha attraversato la Cisa arrivando nella “sua“ Bologna e poi ancora giù fino a Ancora per imbarcarsi sul traghetto diretto a Spalato. "Proprio in traghetto c’è stato il primo incontro con Ade, una ragazza francese insieme alla quale ho affrontato una parte del cammino. E dopo di lei tante altre persone hanno reso meno faticoso il tragitto anche se per tantissimi chilometri sono rimasto davvero solo".

Ha mai sofferto la solitudine, avuto paura di non farcela?

"Nessun timore dal punto di vista fisico oppure di trovarmi in situazioni di pericolo. Sicuramente ero un po’ intomorito anche perchè era la mia prima avventura di questo genere".

Ha attraversato il Montenegro, Macedonia, Grecia sfidando le condizioni climatiche ma trovando sempre un riparo.

"Ho dormito negli ostelli, nella tenda e anche in giardini di persone che mi hanno accolto con grande disponibilità. Questo aspetto mi ha commosso. Soprattutto nei posti più isolati e se vogliamo poveri rispetto alle città ho trovato il calore di gente incuriosita dalla mia presenza. Mi hanno offerto cibo, caffè e qualche volta anche la disposibilità di piazzare la mia tenda nelle loro proprietà. L’aspetto dell’ospitalità e accoglienza è stato quello che più mi ha toccato e porterò per sempre con me".

Come ha impostato la tabella di marcia?

"Avevo le mappe, studiavo il percorso con l’obiettivo di percorrere 300 chilometri in 4-5 giorni".

La sua sensazione quando ha intravisto il traguardo di Istambul?

"Sinceramente non avevo realizzato di essere arrivato. Ma negli ultimi 50 chilometri quando ho iniziato a rendermene conto mi sono emozionato".

Una volta a Istabul cosa ha fatto?

"Il turista per due settimane".

Il rientro non sarà stato per caso in sella alla bicicletta?

"No, ho preso il treno. Ma anche in questo caso ho voluto prenderla larga. Infatti sono passato da Ungheria, Bulgaria, Austria prima di arrivare in Italia. Sono passato da Bologna prima di rientrare a casa".

A proposito: che fine ha fatto la fedele bicicletta?

"L’ho messa da parte, adesso uso quella elettrica".

Massimo Merluzzi