ENRICO SALVADORI
Cronaca

Capannina di Forte dei Marmi, dalla famiglia Franceschi a Giorgio Armani: storia di un mito lungo 96 anni

Da capanna di legno sul mare a tempio della musica ma anche specchio di un’Italia che cambia. Nel 1977 l’ingresso di Gherardo Guidi. Tutti i nomi che hanno trasformato un locale in leggenda: Edith Piaff, Ray Charles e Gloria Gaynor, Benigni e Beppe Grillo, Panariello e Califano

A sinistra il pubblico in pista alla Capannina di Forte dei Marmi; a destra l'iconica insegna del locale versiliese

A sinistra il pubblico in pista alla Capannina di Forte dei Marmi; a destra l'iconica insegna del locale versiliese

Forte dei Marmi (Lucca), 27 agosto 2025 – Quando il giorno di Ferragosto del 1929 la famiglia Franceschi aprì quella capanna sul mare, lì dove si trova adesso, non poteva immaginare certo che potesse diventare la Capannina, il locale simbolo della storia d’Italia dove si sono consumati riti, dove hanno fatto tendenza le mode di ogni stagione, dove l’Italia ha sfilato con le sue contraddizioni, i suoi cambiamenti, dove il nostro Paese ha maturato cambiamenti nel modo di vivere, di pensare, di vestirsi, di affrontare la vita.

Il sogno dei Franceschi

La famiglia Franceschi però coltivò il sogno di farne qualcosa di grande perché ci credeva. E infatti quello di Forte dei Marmi è quasi certamente il locale più longevo del mondo, sicuramente quello in attività più antico d’Europa. Negli anni della guerra ci fu una pausa dettata dal conflitto anche perché lì si erano accampati gli americani dopo che, a conflitto già avviato, era successo qualcosa di spiacevole. Edda Mussolini Ciano che frequentava la Versilia, qui si riuniva con amici e amiche importanti e banchettava quando invece il resto d’Italia viveva di stenti dovuti al conflitto. La soffiata arrivò sul tavolo del Duce che inviò la Milizia e fece chiudere tutto. Dal Dopoguerra è stato un crescendo ed è stata un’attività ininterrotta che solo il Covid nel 2020 ha bloccato per qualche mese. Poi la ripartenza.

Il timone a Gherardo Guidi

Nel frattempo era arrivata la proprietà della famiglia Guidi. Quando Gherardo Guidi e la moglie Carla Valenti rilevarono il locale per molti si trattava dia un azzardo. Nel 1977 l’Italia viveva la sanguinosa stagione del terrorismo e non c’era voglia di divertirsi. Ma Gherardo Guidi, che si è spento nell’ottobre scorso a 84 anni, era un uomo che insieme alla consorte amava le sfide e le affrontavano entrambi con coraggio e determinazione. Era stato così quando nelle stagioni violente degli anni Settanta avevano gestito lo Sporting Club a Bologna.

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Il poter acquistare la Capannina era una tentazione troppo forte per un uomo che “vendeva musica e divertimento” come ha sempre amato dire. E il sorriso a un’Italia angosciata lo riporta già nel 1979 quando per il 50° della Capannina scrittura l’intero cast del Bagaglino. Guidi è entrato nella Fiorentina Calcio e i giocatori viola sono di casa al Forte. Ma solo dodici mesi dopo, nell’estate di Ustica e della strage di Bologna, i fantasmi tornano ad aleggiare. Guidi chiama Roberto Benigni e Beppe Grillo per sdoganare un locale che fino a quel momento era un tempio di aristocratici e nobili e vive nel 1982 un’altra estate che per il Paese è double face.

Le vittorie dell’Italia Mundial e di Pietro Mennea ci fanno capire che possiamo rialzarci. La ‘freccia del Sud’ e il grande Pablito Rossi trascorrono tante serate in Capannina fino a quando ai primi di settembre il Paese si ripiomba nel baratro con l’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa. In quelle ore Gherardo Guidi a Viareggio sta realizzando con Pippo Baudo e i vertici della Democrazia Cristiana gli eventi della Festa Nazionale dell’Amicizia. Quando arriva la notizia della morte del generale Dalla Chiesa fanno spegnere le luci ma pochi giorni dopo portano Neil Young in uno stadio dei Pini gremitissimo.

Gli anni Ottanta e il nuovo furore

Da quel momento gli anni Ottanta sono di rinascita e la Capannina furoreggia. Tanto è vero che Guidi veste anche i panni di produttore per Rai e Mediaset con i programmi Scherzi di Carnevale, Mare contro mare e a Trento il Festival delle orchestre dove a fianco di Benigni ecco un giovane Giorgio Panariello. Su quel simpatico versiliese Gherardo Guidi punta, ma crede in tutta la comicità toscana inventata dal suo amico e manager Fernando Capecchi.

Giorgio Panariello con Gherardo e Carla Guidi (foto Fabrizio Nizza)
Giorgio Panariello con Gherardo e Carla Guidi (foto Fabrizio Nizza)

Così quando scoppia il fenomeno ‘Aria fresca’ alla Bussola, altro tempio che lui ha rilevato nel 1982, per Guidi non è novità. La Rai vuole affidare a Guidi il Festival di Sanremo dopo la morte di Gianni Ravera ma lui ringrazia e dice no. “Ho locali con 100 dipendenti, debbo pesare a loro”.

La nuova generazione e la tradizione

Quando nel 1993 la paura si riaffaccia con le stragi di mafia e l’attentato ai Georgofili arriva per Gherardo Guidi il titolo di Grand Ufficiale della Repubblica. Il patron crede a ragione che la Capannina debba creare un intrattenimento al passo con i tempi non dimenticando la tradizione. Dalle orchestre di valore, da Peppino Di Capri, Massimo Ranieri e Califano (che comunque continueranno a salire sul palco insieme a Vanoni e Patty Pravo) si passa ad attrazioni per i più giovani come Boy George e i rapper, i personaggi che furoreggiano sui social e sono amati dai giovani.

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Jerry Calà in Capannina (foto Umicini)

Qui hanno ballato quattro generazioni

Non era facile far ballare quattro generazioni ma Gherardo Guidi alla Capannina ci è riuscito, vedendo anche il cambiamento delle mode. Dalle minigonne di fine anni Settanta, al minimalismo e alle acconciature cotonate degli anni Ottanta, arrivando al Duemila quando comincia la moda dei tatuaggi. Per uno che negli anni Settanta ha portato Renato Zero e Amanda Lear nei locali che aveva a Firenze, è sembrato tutto facile ma non lo è stato. Alla Capannina si sono esibiti Edith Piaff, Ray Charles, Gloria Gaynor e tanti big internazionali ma il patron che ci ha lasciato l’autunno scorso ha avuto due rimpianti: non essere riuscito a scritturare Ella Fitzgerald e Yves Montand. Ma i 96 anni vissuti sono stati davvero intensi.