
Osservatorio nazionale Cna: "A Perugia e Terni una piccola azienda deve lavorare un mese in più rispetto a una dello stesso tipo con sede a Bolzano per riuscire a coprire i costi delle imposte nazionali e locali" .
"Nonostante la lieve flessione registrata dal nostro osservatorio sul fisco rispetto alla precedente rilevazione, la tassazione sulle imprese è ancora troppo alta: a Perugia e Terni una piccola impresa deve lavorare circa un mese in più rispetto a una dello stesso tipo con sede a Bolzano per riuscire a coprire i costi delle imposte nazionali, regionali e locali. E la situazione non potrà che peggiorare per le imprese umbre quando entreranno a regime le nuove addizionali regionali". Il presidente di CNA Umbria, Michele Carloni, commenta i dati dell’osservatorio CNA sul fisco presentati ieri a Roma e manifesta preoccupazione per il futuro.
"L’osservatorio della CNA, giunto alla settima edizione, ogni anno prende a riferimento un’impresa tipo e ne mette a confronto la situazione sul piano della tassazione nazionale e locale. Il dato che ne è emerso è che nel migliore dei casi, come a Bolzano, quell’impresa nel 2024 ha dovuto lavorare il 46% dell’anno, pari a 169 giorni, solo per chiudere i conti con il fisco. Ma altrove va anche peggio, a cominciare dall’Umbria, dove le imprese dei capoluoghi di provincia di Perugia e Terni devono lavorare rispettivamente 193 (53%) e 198 giorni (54%) prima di raggiungere il tax free day, quando finalmente potranno cominciare a produrre per se stesse. Nella classifica generale, che vede il capoluogo più virtuoso in testa e quello più esigente nei confronti delle imprese in coda, Perugia si colloca al 73° posto, mentre Terni è al 91°. Ce n’è di che essere scontenti!".
La piccola impresa presa in esame dall’osservatorio è di tipo personale, con un costo annuo per i dipendenti di 165mila euro (corrispondenti a 4 operai e 1 impiegato), l’utilizzo di un laboratorio artigiano di 350 metri quadrati, un negozio di proprietà destinato alla vendita di 175 mq, ricavi per 431mila euro e un reddito d’impresa di 50mila.
"Va tenuto conto – aggiunge Carloni – che questi calcoli sono stati fatti su dati del 2023, gli ultimi disponibili in materia di tasse erariali, comunali e regionali. Ciò che ci preoccupa ulteriormente è che in Umbria, dal 2025, c’è stato un sostanziale incremento sia delle addizionali regionali che della Tari: questo significa che l’anno prossimo la tassazione sulle imprese umbre sarà ancora maggiore, con il conseguente aumento dei giorni necessari a coprire i costi fiscali. Imposte così pesanti rappresentano un vincolo molto grande per la crescita delle imprese, che per la ricchezza e i posti di lavoro creati meriterebbero un fisco più leggero, semplice ed equo. Un passo verso una tassazione nazionale più giusta potrebbe essere quello di equiparare le detrazioni fiscali a prescindere dalla tipologia di reddito. Oppure distinguere, anche nelle aziende personali, la tassazione sul reddito d’impresa distribuito tra i soci e quello destinato agli investimenti".