
In Umbria, secondo i dati del Ministero dell’Economia, i redditi medi sono inferiori dell’11,8% rispetto a quelli nazionali
Gli umbri, si sa, non sono un popolo di spendaccioni. Terra di gente laboriosa, abituata alla fatica e alla prudenza, nel “cuore verde“ si vive con parsimonia. Dunque verrebbe da dire che il gruzzolo in banca dovrebbe essere più elevato che altrove. La risposta invece è no. Ed è questa l’anomalia che emerge da uno studio nazionale. Meno della media italiana, meno delle altre regioni del Centro, meno di tutte le regioni del Centro-Nord, anche se più delle realtà del Mezzogiorno.
Insomma, in Umbria si continua a risparmiare, ma con fatica (Terni comunque con 6,9 batte Perugia 6,5) . A certificarlo è l’indagine del Centro Studi delle Camere di commercio “Guglielmo Tagliacarne”, in collaborazione con Unioncamere, integrata dalle elaborazioni della Camera di Commercio dell’Umbria. Il quadro è chiaro: la propensione ad accantonare risorse delle famiglie umbre, con una quota che nel 2023 ammonta a 1.187,9 milioni di euro, si attesta al 6,4%, contro una media nazionale dell’8,3% e una media del Centro Italia del 7,5%. Si tratta della percentuale più bassa tra le regioni del Centro-Nord. Nel Centro, la Toscana si attesta all’8,1%, le Marche al 7,5%, il Lazio al 7,2%. Solo il Meridione mostra dati più bassi, a partire dalla Basilicata (6%) fino a Sicilia e Sardegna (entrambe al 4,5%). In vetta alla classifica si trovano Piemonte (11,2%), Lombardia (10,9%) ed Emilia-Romagna (10,3%).
Pochi risparmi, perché le entrate bastano a malapena a coprire le uscite?
In Umbria, secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, i redditi medi risultano inferiori dell’11,8% rispetto a quelli nazionali. In termini numerici, se il valore medio del reddito italiano è 100, quello umbro si ferma a 88,2. Questo spiega in parte – ma non del tutto – la minore propensione al risparmio: le famiglie hanno meno margine per accantonare risorse. Tuttavia a incidere sono molti altri fattori, dalla qualità dei servizi pubblici alla geografia degli investimenti familiari, dal livello percepito di sicurezza economica alla disponibilità di reti sociali.
Silvia Angelici