
La Traslazione del Corpo di Sant’Ubaldo. è avvenuta l’11 settembre 1194, dalla Cattedrale di allora a una piccola cappella fatta costruire sul Monte Ingino accanto a quella di San Gervasio
La diocesi eugubina celebra con la consueta solennità la festa della "Traslazione del Corpo di Sant’Ubaldo" avvenuta l’11 settembre 1194, dalla Cattedrale di allora ad una piccola cappella fatta costruire sul Monte Ingino accanto a quella di San Gervasio. Iniziativa voluta dal Vescovo del tempo Bentivoglio, motivata soprattutto con motivi di sicurezza. La vetta era presidiata da guarnigioni ospitate nella Rocca, i cui resti si vedono ancora oggi. Le celebrazioni si sviluppano in due giornate particolarmente intense che valorizzano gli aspetti spirituali legati alla ricorrenza.
Si parte domani, con la Processione della Vigilia della Traslazione: partenza dalla Cattedrale per la Basilica di Sant’Ubaldo alle 21 con momenti di sosta all’altezza delle tre "Capelucce" e arrivo nel chiostro del convento. Poi, nella giornata che fa memoria della Traslazione del corpo incorrotto del Santo Patrono, giovedì, saranno celebrate messe ogni ora dalle 7 alle 11. Nel pomeriggio, alle 17, solenne celebrazione officiate dal vescovo Luciano Paolucci Bedini.
Spiritualità al centro delle celebrazioni, che lo scorso 6 settembre hanno dato spazio anche alla storia che racconta il culto di Sant’Ubaldo. È stato infatti presentato il bastone dei demoni, il nuovo studio di Alessio Bologna sul Baculus daemonum, antico manuale esorcistico del Seicento legato al culto di sant’Ubaldo. Il volume, ventunesimo dei Quaderni Ubaldiani (Edizioni Fotolibri Gubbio), propone per la prima volta la traduzione integrale dal latino all’italiano del Baculus daemonum di Carlo Olivieri, datato 1618, corredato da un ampio apparato critico.
Il lavoro di Bologna, frutto di una lunga attività di ricerca avviata nel 2019, restituisce pieno valore teologico e storico alla figura di sant’Ubaldo come "cacciatore di demoni", reinterpretando in chiave scientifica una tradizione a lungo marginalizzata. Il libro offre una lettura approfondita della prassi esorcistica dell’epoca, intrecciando fonti storiche, spirituali e linguistiche, e documentando episodi concreti legati alla devozione ubaldiana. Tra i casi narrati, emerge quello emblematico di Lucrezia Lazzari, giunta a Gubbio nel 1797 per ricevere un esorcismo.
Federico Minelli