Firenze, 11 giugno 2025 – Nello spazio green di Agrofutura, il pomeriggio si è trasformato in un viaggio tra gusto, tradizione e imprenditoria femminile. A guidare l’esperienza sono state le donne dell’associazione Donne in campo, realtà nata all’interno della Confederazione italiana agricoltori per sostenere e valorizzare il lavoro delle imprenditrici agricole.
“Ci occupiamo di progetti, iniziative, formazione, ma soprattutto di dare voce alle donne che ogni giorno vivono la terra”, ha spiegato Alessandra Alberti, coordinatrice regionale per la Toscana. Con lei anche Cecilia Piacenti, referente per Firenze, Prato e Pistoia.

Tre i laboratori curati, uno più coinvolgente dell’altro, tutti animati da aziende agricole guidate da donne, che con passione hanno fatto toccare con mano il frutto del loro lavoro. Il primo ha visto protagonista Olivart Srl di Bagno a Ripoli, azienda che coltiva ulivi e ortaggi secondo i principi dell’agricoltura integrata, cioè con un utilizzo ridotto di fitosanitari, a basso impatto ambientale. Oggi era presente con una degustazione di oli extravergine di oliva monovarietali: un assaggio guidato per scoprire le caratteristiche sensoriali dell’olio di qualità, confrontato con quello comunemente in commercio.
Un modo concreto per educare il palato e valorizzare l’eccellenza del territorio. Il secondo laboratorio ha portato il profumo della lavanda tra i visitatori. A condurlo è stata l’azienda Il Salceto di Rignano sull’Arno, guidata da Alessandra Antinori, che con tre generazioni della sua famiglia coltiva lavanda e ne ricava prodotti artigianali: saponette, oli essenziali, sacchetti profumati. Le mani delle partecipanti si sono intrecciate con le spighe appena raccolte, dando forma a ghirlande dal sapore antico, nate davvero “dal campo al laboratorio”.
Infine, la Cipolla di Certaldo è stata la protagonista del terzo laboratorio, curato dall’azienda D’Ercole Luigina di Certaldo, tra le fondatrici di Donne in campo. Attraverso degustazioni di composte spalmate sul pane, si è potuto riscoprire il sapore intenso di questo ortaggio, che vanta una storia lunga secoli: già Giovanni Boccaccio, nel Decamerone, ne celebrava la fama. Un laboratorio che ha unito storia, gusto e identità locale. Tutte le attività hanno registrato grande partecipazione, soprattutto da parte del pubblico femminile, molto attento e curioso. “Vediamo che gli adulti sono sempre più consapevoli, leggono con attenzione le etichette e vogliono capire davvero cosa c’è dietro un prodotto”, ha sottolineato Cecilia Piacenti.