Firenze, 11 giugno 2025 – «L’agricoltura nemica dell’Europa? Non è affatto così». Forte e chiaro il messaggio di Stefania Saccardi. La vicepresidente della Regione Toscana e assessora all’agricoltura ha tracciato la via ripercorrendo le azioni di governo nel quinquennio di legislatura. E lo ha fatto dinanzi alla platea di AgroFutura, nella prima della due giornate del festival in scena a Palazzo Strozzi Sacrati promosso su iniziativa di Quotidiano Nazionale, La Nazione e il Resto del Carlino (in collaborazione con le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna), con al centro le sfide del pianeta dell’agro-alimentare ai tempi del cambiamento climatico. Sfide intrecciate a doppio filo con l’innovazione, la sostenibilità e le nuove politiche per il mondo agricolo.

Ebbene, dice Saccardi, «l’agricoltura è il primo settore dell’economia anche se spesso ce lo dimentichiamo ed è bello che in questi due giorni sia tornata al centro del dibattito con una riflessione a 360 gradi con esperti, con esponenti della politica, con aziende, con le associazioni e le organizzazioni agricole». Sul tavolo, inevitabilmente la programmazione europea per un settore strategico per il nostro paese, soprattutto per la Toscana: «Certamente il tema della remuneratività del lavoro agricolo è uno degli elementi oggetto della politica agricola comune, cioè della Pac, che noi ci auguriamo sia presente anche nella prossima programmazione – la sottolineatura della vicepresidente – perché il rischio è che dal 2027 in poi l’Europa preveda un fondo unico a sostegno degli stati non diviso a seconda delle politiche e che quindi l’agricoltura torni a essere l’ultimo settore invece che il primo».
Da qui la visione d’insieme che, secondo Saccardi, deve necessariamente coniugare il tema da cronaca battente della sostenibilità ambientale connessa al secolare lavoro della terra. L’Unione europea, insomma, ha di fronte a sé un bivio. «Credo che a livello europeo si debba insistere perché continui a esistere una Pac – la ricetta dell’assessora –, cioè una politica delle risorse destinate esclusivamente all’agricoltura e perché si faccia un’agricoltura che certamente tenga conto dell’ambiente, ma che non sia più considerata la nemica dell’ambiente. L’agricoltura ha un ruolo principale che è quello di fornire cibo, cibo di qualità e quindi salute ai cittadini del nostro paese, ma anche del mondo intero. Si può fare agricoltura, come stiamo provando a fare in Toscana che credo su questo punto sia un esempio, rispettando l’ambiente, investendo sull’innovazione senza perdere i valori della nostra tradizione, della nostra storia, la qualità dei nostri prodotti».
Come si può fare agricoltura nel 2025, allora? «Spendendo bene le risorse del Pnrr e investendo su tecnologie, gruppi operativi, collaborazioni e consulenze, frantoi, filiere corte, con un’attenzione alle aree interne della Toscana diffusa e quelle montane svantaggiate con indennità compensative e più premialità nei punteggi dei bandi per aziende», ha rivendicato Saccardi. Senza perdere di vista il tema dei temi, il ricambio generazionale: «C’è da fare un salto di qualità culturale, bisogna far sapere che lavorare in agricoltura oggi non è più come un tempo. Per questo abbiamo portato da 3 a 30 milioni la dotazione del premio giovani, vista la straordinaria adesione al progetto con oltre 400 domande ricevute. Non potevamo che finanziarle tutte».