Florovivaismo, motore verde dell’economia toscana. Le sfide di un settore in crescita

Fiori e piante: un mercato da nove zeri, con decine di migliaia di persone occupate. Il panel di Agrofutura con Francesco Ferrini, Marco Martinelli, Marco Cappellini e Gianluca Cristoni

Agrofutura, il panel dedicato al florovivaismo. Nella foto Lisa Ciardi, Francesco Ferrini, Gianluca Cristoni, Marco Cappellini, Marco Martinelli (Foto Giuseppe Cabras / New Press Photo)

Agrofutura, il panel dedicato al florovivaismo. Nella foto Lisa Ciardi, Francesco Ferrini, Gianluca Cristoni, Marco Cappellini, Marco Martinelli (Foto Giuseppe Cabras / New Press Photo)

Firenze, 11 giugno 2025 – Un settore in crescita, che tiene occupate decine di migliaia di persone, e con un fatturato da nove zeri. È quello del florovivaismo, che rappresenta per l’Italia e soprattutto per la Toscana uno dei più prosperi mercati legati all’agriturismo. Se ne parla al panel di Agrofutura “Radici di Valore: Vivai, Paesaggio e Territori” con Francesco Ferrini, presidente del Distretto Rurale Vivaistico-Ornamentale della provincia di Pistoia; Marco Martinelli, divulgatore scientifico; Marco Cappellini, direttore generale Giorgio Tesi Group e Gianluca Cristoni, coordinatore Allestimenti Verdi 02 Farm. Modera l’incontro Lisa Ciardi. 

Florovivaismo, fiore all’occhiello della Toscana

"Il nostro è un Paese che si distingue per le élite di certi prodotti – sottolinea Ferrini –. In Toscana eccelliamo per la floro-vivaistica. Un settore che è in crescita, che ha un fatturato di circa 3,2 miliardi tra produzioni floricole e vivasitiche. Di questo la gran parte è in Toscana. Su un fatturato vivaistico di 1,7 miliardi, 500 milioni arrivano dal vivaismo toscano. C’è una occupazione molto elevata. E fondamentale è anche l’esportazione. Alcune aziende pistoiesi esportano fino al 100% dei prodotti. Vuol dire che è un prodotto molto valorizzato all’estero mentre in Italia, in alcuni casi, si fa ancora fatica a capirne l’importanza. È un settore vincente, strategico”.

Il mondo delle piante sui social

Per quanto possa essere difficile comunicare il mondo delle piante e rendere pop un argomento simile, per Martinelli, divulgatore scientifico “si può fare molto andando a stimolare il pubblico, andando a stimolare l’attenzione del pubblico”. Come succede molto spesso con i contenuti preparati sui social, “si riesce ad ottenere una comunicazione efficiente ed efficace”. “Le persone – sottolinea ancora Martinelli – hanno voglia di avvicinarsi a questo mondo. C’è una maggiore sensibilità all’ambiente, ai cambiamenti climatici”. 

Tra esport e logistica

Un tema fondamentale, quello dell’esport. “Noi abbiamo una incidenza di mercato che va dal 15% al 20% e siamo un’azienda che esporta per l’85% – fa sapere Cappellini, direttore generale Giorgio Tesi Group –. Abbiamo circa 250 persone a lavoro diretto e altrettante a lavoro indiretto. L’85% del fatturato all’estero proviene da oltre 50 Paesi in tutto il mondo”. E se c’è tanto export questo significa tanta organizzazione logistica. “È un’operazione particolare e molto complessa – aggiunge Cappellini –. Portare con camion e navi le piante in tutto il mondo è molto complesso”.

Usare le piante per comunicare

Altro tema di importanza vitale per il settore del florovivaismo è la comunicazione, il marketing. Lo sa bene Gianluca Cristoni, coordinatore Allestimenti Verdi 02 Farm. “Noi abbiamo iniziato a usare le piante come strumento per sviluppare attività di comunicazione e di marketing. Quindi gli allestimenti”. Ormai il green, il tema del verde è diventato cruciale per molte aziende, e soprattutto “per la brand reputation”, prosegue Cristoni. Dall’altra parte però, sottolinea Cristoni, c’è ancora molto da fare per quanto riguarda la comunicazione. “Il nostro settore fa fatica a trovare personale. Non troviamo persone che vogliono fare i vivaisti. Questo perché non siamo riusciti a rendere attraente il settore per i giovani a differenza di quello che sono riusciti a fare altri settori”.