Firenze, 11 giugno 2025 – La terra è sempre più ‘rosa’. La realtà dell’imprenditoria agricola al femminile è in crescita e a dimostrarlo, oltre ai freddi ‘numeri’, sono le storie di successo di tante donne che si sono messe in gioco concretizzando progetti innovativi. E proprio alcune storie di donne che hanno saputo conquistare il loro spazio come imprenditrici nel settore agricolo sono state al centro, ieri pomeriggio, del panel dedicato al tema all’interno dell’evento AgroFutura Festival a Palazzo Strozzi Sacrati. A moderare il confronto la giornalista Olga Mugnaini che ha posto l’accento, fra l’altro, sui risultati già raggiunti nell’imprenditoria agricola al femminile e su cosa si possa fare per poter crescere ulteriormente. Sempre senza dimenticare la necessità di promuovere, anche in questo ambito, i talenti delle donne.

“L’agricoltura – ha spiegato Cristina Manetti, capo di gabinetto della giunta regionale – è una delle principali linee di sviluppo a livello regionale e anche europeo. I dati ci raccontano che nel settore dell’agricoltura in Toscana sono impegnate 30mila donne e 22mila aziende hanno a capo una donna. In più c’è una forte crescita, oltre il 7,6% negli ultimi sette anni, delle under 35 che hanno voglia di mettersi in gioco. Numeri che ci raccontano che le donne sono un valore aggiunto anche in ambito agricolo”. Non ha avuto bisogno di inventarsi in agricoltura la giovane Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente del Movimento Turismo del vino che proprio il vino, per Dna familiare, lo ha nel sangue.
“Io sono figlia di una storia – ha detto – e per me in effetti è stato più semplice inserirmi perché vengo da una famiglia che mi ha dato la possibilità di credere nel vino. Le cose però sono cambiare rispetto al passato se è vero che oggi un terzo delle aziende agricole è condotto da donne e in queste l’80% delle donne si occupa di marketing, comunicazione e accoglienza. Ora c’è un forte movimento legato al turismo del vino. Quando mia madre Donatella inventò Cantine aperte, nel 1993, si trattava di una grossa novità. Attualmente il movimento è diffuso e ci sono più manifestazioni ma cambiano anche le esigenze: sempre meno sono richieste le visite alle cantine o anche le degustazioni. Quello che si vuole, soprattutto da parte dei giovani, è una esperienza. Allora le iniziative sono tante, dai momenti di intrattenimento e musicali ai giochi e attività per diversi target fino al trekking e alle attività sportive perché il vino non si fa in cantina, si fa nelle vigne”.
È strettamente connessa al giaggiolo, il fiore simbolo di Firenze, la storia di Rossella Rabatti presidente della Cooperativa Toscana Giaggiolo di Castelfranco Piandiscò: “La nostra cooperativa – ha raccontato – è nata nel 1978 e attualmente conta 120 soci. Quella del giaggiolo era una coltivazione marginale ma non aveva il giusto riconoscimento economico e di presenza: per questo ci siamo mossi per superare le difficoltà degli imprenditori singoli nel mettere il prodotto sul mercato. La cooperativa ha dato continuità permettendo di ottenere risultati economici importanti che ci hanno permesso di restituire ai soci il giusto ristoro economico”.
A far ‘decollare’ i risultati anche uno ‘strumento’, il primo distillatore per estrarre il burro di giaggiolo da utilizzare nelle preparazioni per profumeria, che ha fatto conquistare alla cooperativa l’Oscar per l’innovazione: “Siamo certificati per un commercio etico dal punto di vista ambientale e sociale – ha proseguito Rabatti – fra l’altro le nostre coltivazioni, per la maggior parte, sono su terrazzamenti e questo contribuisce a mantenere questo tipo di conformazione del terreno”. Risultati importanti, dunque, quelli raggiunti dall’imprenditoria in rosa che potrebbero anche contribuire, secondo le relatrici, a sfatare un mito ormai radicato: quello che le donne non siano capaci di fare squadra per progetti comuni e che siano sempre condizionate da una atavica rivalità.