Monica Pieraccini
Agrofutura

L’azienda agricola pubblica in Toscana per testare l’innovazione e sperimentare novità

La Tenuta di Cesa, guidata da Marco Locatelli è una «demo farm» gestita da Terre Regionali Toscane, l’ente pubblico che cura il patrimonio agricolo e forestale regionale e ne guida l’innovazione

L’azienda agricola pubblica in Toscana per testare l’innovazione e sperimentare novità

Firenze, 11 giugno 2025 – Un vero e proprio laboratorio sul campo, che coniuga ricerca, sperimentazione e applicazione pratica delle tecnologie più avanzate in agricoltura. È la Tenuta di Cesa, situata a Marciano della Chiana, in provincia di Arezzo, una «demo farm» gestita da Terre Regionali Toscane, l’ente pubblico che cura il patrimonio agricolo e forestale regionale e ne guida l’innovazione.

Si tratta di un’azienda agricola pubblica di 74 ettari dedicata non solo alla sperimentazione, ma soprattutto al collaudo e al trasferimento dell’innovazione agli agricoltori toscani. «La nostra Tenuta è una vera azienda agricola, in cui testiamo sul campo tecnologie e soluzioni innovative prima di proporle agli operatori del settore», ha spiegato Marco Locatelli, dirigente dell’ente e responsabile della gestione della Tenuta di Cesa, nel corso del panel di Agrofutura dedicato all’Agricoltura 4.0.

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Marco Locatelli, dirigente della Tenuta di Cesa (Regione Toscana) foto Marco Mori/New Press Photo

«Non si tratta solo di sperimentare, ma di selezionare l’innovazione utile, quella che davvero può aiutare gli agricoltori a ridurre i costi e aumentare la sostenibilità economica e ambientale delle loro aziende». La demo farm è un vero e proprio laboratorio a cielo aperto che coinvolge agricoltori, studenti e ricercatori. Un esempio è il «Demo Farm Day», in cui circa 200 studenti visitano la tenuta per comprendere come l’agricoltura moderna debba integrare innovazione e sostenibilità.

«L’agricoltura sta vivendo una fase di crisi, soprattutto economica, e l’innovazione rappresenta un fattore chiave per renderla competitiva. Ma spesso c’è una sovrabbondanza di tecnologie che non sono sempre utili o pronte per l’uso pratico degli agricoltori», spiega Locatelli.

Per questo «la selezione e la validazione delle innovazioni devono essere svolte da un soggetto pubblico, come la Regione Toscana, che ha la capacità di testare, collaudare e trasferire le tecnologie realmente efficaci».

La tenuta è impegnata in molteplici attività di ricerca e sperimentazione. Tra queste, prove agronomiche su colture erbacee e arboree, confronto varietale e sviluppo di nuove colture come la quinoa e l’amaranto, le prime varietà italiane create con la collaborazione dell’Università di Firenze. Con l’avvento dell’agricoltura 4.0, la Tenuta di Cesa si distingue per il collaudo di software, sensori e sistemi di monitoraggio applicati ai vigneti 4.0.

Al panel «Agricoltura 4.0: tecnologie emergenti, allevamento e agricoltura», moderato dalla capocronista de La Nazione, Erika Pontini, sono intervenuti anche i professori Simone Orlandini, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Firenze, e Marcello Mele, ordinario di Scienze Animali dell’Università di Pisa.