MASSIMO MONTEBOVE
Cronaca

Paolucci, il capitano del successo: "Lo dedico ai genitori e a Marchetti"

Il leader della squadra del Mar Nero racconta il momento di grazia che sta vivendo il suo gruppo "Abbiamo fatto l’en plein conquistando anche la palla al bracciale femminile e i Ruzzini".

Un gruppo affiatato e combattivo quello guidato da Massimo Paolucci, 42 anni, che aveva iniziato da giocatore nel lontano 2009 (foto Ginevra Mori)

Un gruppo affiatato e combattivo quello guidato da Massimo Paolucci, 42 anni, che aveva iniziato da giocatore nel lontano 2009 (foto Ginevra Mori)

"Dedico questa vittoria al mio babbo e alla mia mamma, che sono mancati troppo presto. La Conca che abbiamo conquistato è stata incredibile e ho perso la voce per la gioia".

Massimo Paolucci, capitano del Mar Nero, il giorno dopo la conquista della terza Conca nelle gare di palla al bracciale maschile, non riesce a trattenere le emozioni. Assieme al vice capitano Gianluca Lorenzoni e al mandarino Dante Della Marta, ha guidato il dream team nerazzurro al successo: Emilio Morinelli, Stefano David, Filippo Marchetti, Matteo Ciocoiu, Daniele Paolucci, Federico Ferretti e Dante Della Marta.

"Voglio ricordare anche Mattia Volpi, Alessandro Cossa, Gianmarco Casucci e Lorenzo Rechichi che si sono allenati con noi negli ultimi tre mesi con grande impegno. Questa terza Conca conquistata in due anni la voglio dedicare anche alla mia nonna che è mancata da poco e a una figura storica del Mar Nero come Sergio Marchetti, che ha dato nuova vitalità alla contrada e che col mio babbo è stato uno dei fondatori".

Paolucci, 42 anni, sposato con due figlie, vice direttore di banca, da sempre sportivo: quali sono i segreti della vittoria del Mar Nero? "Porto ancora nel cuore la vittoria di due anni fa, che arrivava dopo quella ottenuta nel lontano 1982, prima che io nascessi. Ricordo la gioia e gli abbracci con gli ex capitani Andrea Meale e Alfio Rossi, quest’ultimo vincitore della prima Conca. Io ho iniziato da giocatore, nel lontano 2009, assieme a Federico Ferretti e Gabriele Scattoni".

Poi come sono andate le cose? "Dal 2010 al 2016 sono arrivate le prime vittorie importanti nelle partite, nel 2012 sono riuscito a convincere mio fratello Daniele a giocare. Nel 2018 la prima finale vera. Negli ultimi sette anni abbiamo disputato sei finali, abbiamo vinto nel 2023 e in questa edizione. Sul piano tecnico e del gioco siamo cresciuti molto, le vittorie arrivano dunque da un lungo percorso. Il segreto? Il Mar Nero è una famiglia".

Quest’anno, soprattutto nella semifinale col Sottogrottone, siete riusciti a recuperare tre match point. "E’ stata la partita più dura. Ma non abbiamo mai mollato. Ci abbiamo creduto sempre. Questo è un gioco dove a un certo conta chi sbaglia meno e chi riesce a imporre il proprio pressing. Così è stato. In finale con la Fornace invece abbiamo dominato dall’inizio alla fine, non c’è stata storia e sono orgoglioso dei ragazzi perché avevamo di fronte un avversario forte".

Pensa già al 2026? "Ora penso a riposarmi un pò in realtà. Quest’anno abbiamo fatto en plein ai Ruzzi conquistando ancora una volta la palla al bracciale femminile e i Ruzzini. Possiamo essere soddisfatti".

Massimo Montebove