MATTEO CAPPELLI NOFERI
Cronaca

"Vivo a Zurigo per lavoro ma Siena è la mia vita"

Alberto Cessel, panterino, è stato scelto per andare a prendere il cavallo "Ecco cosa mi manca di questa bella città quando sono fuori".

Alberto Cassel

Alberto Cassel

Senese, panterino, imprenditore, ex Cestista e chi più ne ha, più ne metta. Alberto Cessel ormai è uno dei giovani senesi più inseriti nel contesto sociale cittadino, anche se attualmente abita a Zurigo. Una scelta di vita quella di Alberto che parte grazie al suo talento nel basket e che lo porta in Florida nella stagione sportiva 2016 dove poi si è diplomato, per poi andare a studiare in Inghilterra. Tantissime esperienze all’estero appunto, ma sempre con Siena e la Pantera nel cuore. Alberto nell’ultimo Palio d’Agosto è stato scelto dal capitano della sua contrada per andare a prendere il cavallo.

E’ partito già molto giovane per l’estero, prima gli Usa tramite il basket, poi l’Inghilterra e ora la Svizzera, come arriva lo stimolo di vivere anche ciò che è fuori dalle mura?

"Ho sempre avuto una mentalità aperta ed ho sempre avuto l’intenzione di mettere il naso fuori Siena. Andavo d’estate a fare viaggi studio, e quella di vivere all’estero per un periodo è una cosa a cui ho sempre pensato. Parte tutto dal basket, che mi dà questa opportunità, con la fortuna di avere un tipo d’esperienza con una borsa di studio, di conseguenza un costo molto più basso; non ci ho pensato due volte, anche perché avrei imparato benissimo l’inglese e non vedevo lati negativi. Mi sono trovato in un’America non da film, ma con i predicatori per strada, una povertà assoluta e la discriminazione razziale; ti cresce molto come esperienza standoci solo".

A Siena comunque è molto integrato nella vita sociale, sia nella Pantera, sia nel basket con il settore giovanile alla Virtus, sia con il Liceo Classico che ha frequentato. Quanto è servito essere senese per le esperienze fuori?

"All’inizio i primi due-tre anni ho sofferto molto la lontananza da Siena, soprattutto il fatto che non ho potuto fare la mia ultima commedia da comitatense al Liceo. Mi sono sempre sentito senese e panterino, e oggi più mi allontano più mi sento senese. Una convinzione che ormai mi porto dentro, più società e culture diverse conosco, più mi rendo conto che i grattacieli, il successo lavorativo e la fama non ti danno una vera identità, che nel mondo moderno è diventata una cosa rara, successo. A Siena, soprattutto in contrada, siamo tutti uguali e appena metto piede dentro alla Pantera sono Alberto Cessel. Grazie a questo non la sento più lontana Siena, anche perchè a Zurigo ho diversi senesi che conosco".

Quali sono le esperienze che consiglierebbe ad un giovane senese?

"Sono esperienze che consiglierei, il rischio attuale a Siena in questo momento, è quello di auto-rinchiudersi nel mondo enogastronomico e turistico, settori importanti ma che non spingono economie intere. Io lavoro nell’IA e a Siena non potrei lavorare, un ragazzo giovane con mentalità pro attiva deve andare fuori ed imparare. Ho fatto diverse attività imprenditoriali a Siena, ma senza l’esperienza fuori non ci sarei riuscito".

Pensa che Siena dia ancora tante possibilità ai giovani, oppure sono costretti a trovarle altrove?

"Non manca la voglia, ma la gente non sa da dove partire, forse manca un’ecosistema a supporto"

Un consiglio che darebbe ad un giovanissimo senese che ha appena finito il liceo.

"Non avere paura di fare cose che gli altri pensino che siano impossibili o troppo difficili. I miei successi più grandi sono derivati da idee che sembravano difficilissime da realizzare a volte conviene fare prima il passo e poi pensare".