Faber cantava "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono…" i mirtilli, nel nostro caso. La citazione di De Andrè calza particolarmente a pennello per la storia di Rossana Suh, paraguaiana ora residente a Piancastagnaio che, tramite la Fondazione Siena Food Lab, ha dato vita a ‘Amiata Bio’. "Mi sono sposata quindici anni fa. Ho conosciuto mio marito Mattia tramite degli amici. Due ragazzi di Abbadia San Salvatore volevano adottare una bambina in Paraguay. Quando sono arrivati, hanno avuto dei problemi e sono stati portati in parrocchia, dove facevo volontariato – ha raccontato Suh –. Una volta a settimana si chiamavano con gli amici italiani. Così ho conosciuto mio marito. Ci siamo fidanzati e poi abbiamo deciso di vivere qui. Sono figlia unica: infatti, mio fratello, a 18 anni, è morto per un tumore al fegato. La stessa malattia è venuta a me a 25 anni. Mi hanno operata a Milano. Mi avevano dato un anno di vita, invece sto bene. Abbiamo tre figli". Una vita di peripezie che hanno iniziato a prendere il verso giusto solo una volta approdata a Piancastagnaio, dove insieme alla sua famiglia Suh ha recuperato dei terreni fra i 1000 e 1100 metri di altitudine. "Per me l’Italia è Piancastagnaio, dove sono stata accolta come una figlia – spiega –. Qui in montagna, fino a settant’anni fa, c’era tantissima agricoltura, poi è stata abbandonata. Per noi è stata una scommessa riprenderla. Abbiamo avuto in concessione quasi 16 ettari di bosco, tagliati dieci anni fa perché malati. Siamo riusciti a fare molto aderendo a progetti promossi dalla Fondazione Mps, come il percorso di agricoltura di precisione con Fondazione Siena Food Lab. Oltre i mirtilli, ad oggi ricercatissimi, abbiamo realizzato un balsamo naturale. In cinque anni abbiamo costruito un’azienda che supera il milione di fatturato".
Eleonora Rosi