PAOLA TOMASSONI
Cronaca

Lo stop al cellulare. Al lavoro su sanzioni e regolamento

La discussione sul divieto negli istituti superiori

Nella foto d’archivio, ragazzi delle superiori all’ingresso in classe il primo giorno di scuola

Nella foto d’archivio, ragazzi delle superiori all’ingresso in classe il primo giorno di scuola

Alla vigilia della prima campanella il nodo da sciogliere è ancora quello del divieto di uso dei cellulari a scuola. La svolta del giugno scorso ha visto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara estendere il divieto di utilizzo anche alle superiori, attraverso una specifica circolare ministeriale, con l’obiettivo dichiarato di tutelare sia la salute dei giovani sia la qualità degli apprendimenti.

La peculiarità della nuova disposizione, su cui stanno lavorando gli istituti, risiede nella scelta di affidare alle singole scuole l’autonomia decisionale riguardo alle modalità di implementazione del divieto. Ogni istituto dovrà stabilire autonomamente le sanzioni da applicare in caso di trasgressione e i metodi più appropriati per la custodia dei dispositivi mobili durante l’orario scolastico: le opzioni spaziano dal sequestro temporaneo da parte dei docenti fino all’utilizzo di specifici armadietti per i telefoni.

"Ai Licei Poliziani - dice il preside Marco Mosconi, di Montepulciano – da anni i cellulari sono vietati in classe e lasciati in appositi contenitori. Ora il divieto è esteso anche all’intervallo e negli spostamenti. Il problema vero è per quelle discipline che prevedevano l’uso del cellulare all’interno della didattica. Detto questo, da una parte c’è l’uso consapevole e sotto la guida del docente e cosa diversa è il divieto attuale. Comunque stiamo lavorando al regolamento che dovrà passare per il consiglio d’istituto, prima di essere diffuso agli studenti e alle famiglie. Multe? Dipendono dalle circostanze: si andrà dalla nota fino alla sospensione e, in caso, ai lavori socialmente utili".

"Al Caselli abbiamo già tasche per depositarli e stiamo lavorando al regolamento interno – racconta il dirigente scolastico dell’istituto superiore di Siena Luca Guerranti –. In questo passaggio ad un uso consapevole e più idoneo delle tecnologie bisogna rendere partecipi anche le famiglie. Pertanto noi faremo una sorta di educazione all’uso del digitale, in nome della salute e delle relazioni sociali: a scuola, all’ingrersso come nei corridoi, domina il silenzio, i ragazzi non parlano più fra di loro, comunicano a distanza attraverso il telefonino, si scrivono. Allora il cellulare come il tablet potrebbero essere strumenti utili di lavoro e anche nella didattica, ma se usati con la testa, ’grano salis’, con un pizzico di buon senso insomma. Su multe e regolamento dobbiamo ancora lavorare".

Intanto, già nel giugno scorso, la circolare ministeriale aveva avuto il placet dell’Ordine degli psicologi toscani: "Il divieto dello smartphone a scuola è un primo passo, ma non basta: questo deve essere un punto di partenza. Bisogna anche educare, sensibilizzare e informare con programmi di intervento come l’educazione psicologica digitale nelle scuole. Lo smartphone rischia di essere ogni giorno di più un dissuasore relazionale: un prezzo troppo alto da pagare sulla salute dei piccoli, soprattutto, e le difficoltà relazionali dei giovani".

p.t.