ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Banca Mps sale ancora. Le adesioni al 40,4%, controllo consolidato. Mediobanca, ’no’ del cda

Piazzetta Cuccia ribadisce la sua posizione, ma ormai la partita è chiusa Pd diviso. Paris: "Passaggio storico". Misiani: "Gestione opaca del Governo".

Piazzetta Cuccia ribadisce la sua posizione, ma ormai la partita è chiusa Pd diviso. Paris: "Passaggio storico". Misiani: "Gestione opaca del Governo".

Piazzetta Cuccia ribadisce la sua posizione, ma ormai la partita è chiusa Pd diviso. Paris: "Passaggio storico". Misiani: "Gestione opaca del Governo".

Con il successo dell’Offerta di scambio ormai in tasca, a due giorni dalla conclusione della tempistica indicata (ma ci sarà una proroga dal 16 al 22 settembre) Rocca Salimbeni guarda in realtà al traguardo a questo punto più rilevante e che sembra possibile centrare: la maggioranza assoluta delle azioni di Mediobanca. Alla chiusura della Borsa di ieri pomeriggio, le adesioni hanno toccato quota 40,4%, con il conferimento di quasi il 2% del capitale. Lo scenario è ormai definito, si tratterà solo di capire fino a che punto salirà il controllo di Banca Mps. Un quadro ancora non digerito dal cda di Mediobanca che ieri mattina (a esito dell’Offerta ormai conclamato) si è riunito per osservare che Siena vuole "assumere il controllo, anche di fatto, di Mediobanca, anche dinanzi ai rilevanti rischi di dissinergie e di distruzione di valore".

Di fatto il cda di Piazzetta Cuccia non si è spostato di un metro - nemmeno di fronte al doppio risultato negativo su Banca Generali e Ops di Banca Monte dei Paschi - ribadendo ancora una volta che "l’offerta risulta priva di razionale industriale nonché priva di convenienza per gli azionisti di Mediobanca". Una coerenza forse in parte ovvia, perché l’alternativa sarebbe ammettere il doppio ko e quindi di fatto lasciare il proprio posto. Cosa che inevitabilmente succederà quando Banca Mps prenderà anche formalmente il controllo di Mediobanca, da vedere ancora in che forma, perché il superamento del 50 per cento più uno aprirebbe la strada, oltre che a risparmi fiscali, a forme di aggregazione accelerate.

In questo contesto - con una Banca tornata finalmente protagonista in positivo dopo quindici anni nei quali era stata alla ribalta delle cronache solo per brutte storie - la sola consigliera regionale del Pd Anna Paris (peraltro in contrasto con la visione della vicenda alimentata a livello nazionale dal suo partito) ha sentito la necessità di uscire pubblicamente, elogiando "un management coraggioso", per sottolineare "un primo passaggio storico che apre una prospettiva nuova per l’intera economia senese e toscana. Questo risultato non è solo di natura finanziaria: è una conquista che restituisce orgoglio a un territorio che ha dato molto alla storia di questa banca. Ormai è diventato passato remoto il periodo buio di Banca Mps".

Di tutt’altro tenore la posizione del responsabile economico nazionale Pd Antonio Misiani (quindi voce autorevole della posizione del partito) che parla di "risiko bancario gestito in modo opaco e arbitrario dal Governo". Per non parlare dell’omologo dei 5 Stelle, Mario Turco, che sottolinea come "la vera Legge di bilancio del Governo Meloni è già stata scritta ed è l’operazione Mps-Mediobanca".

In parallelo, torna ad accendersi il dibattito sulla possibile tassazione degli extra profitti delle banche, tema che potrebbe trovare sponda su diversi fronti politici e che per ora ha ricevuto la dura contrarietà di Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia: "Come si fa a definire il perimetro degli extraprofitti? Perché un profitto è ‘extrà? Mi sa tanto di dirigismo e statalismo sovietico che non appartiene alla nostra cultura economico-liberale". Se ne riparlerà.