ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Il polo riformista per Giani. Socialisti contro Calenda: "Usa la tattica dei due forni"

Il governatore: "L’addio di Azione? Non gli va dato più peso di quello che ha". Listone unico sì o no? Oggi la direzione decisiva di +Europa con Magi .

Il governatore Eugenio Giani e il segretario nazionale Psi Enzo Maraio

Il governatore Eugenio Giani e il segretario nazionale Psi Enzo Maraio

L’inusuale arrivo in ampio anticipo, il lungo colloquio appartato con il segretario nazionale del Partito Socialista Italiano Enzo Maraio, la conferma che non ci saranno ripensamenti sulla strada intrapresa dopo l’annuncio della rottura da parte di Carlo Calenda ("Non va dato più peso di quello che ha a questa defezione...").

Eugenio Giani, intervenuto alla Festa provinciale de L’Avanti a San Quirico d’Orcia, nel Senese, tira dritto dopo l’annuncio della ricandidatura e soprattutto l’accordo con i 5 Stelle, causa del fragoroso addio da parte di Azione.

"Si sta andando – ha detto Giani – nella direzione giusta di un campo largo che, dai Cinquestelle a Avs fino al Pd, vede comporsi sempre più quest’area di liste civiche e riformiste che daranno vita a un polo riformista, gradualista, più moderato che arricchisce il campo largo dal centro fino alla sinistra".

Una linea sposata in pieno dal Psi, come testimonia Maraio: "La nostra scelta di campo è chiara: oggi più che mai c’è bisogno di una forte componente con liste di ispirazione riformista e liberale. Calenda non può usare la tattica dei due forni, chi esce in questo momento fa solo un favore alla destra". Il futuro della lista ’Avanti’ riguarda anche +Europa, che oggi ne discuterà nel direttivo regionale con il segretario Federico Eligi direttamente con il leader nazionale, il parlamentare Riccardo Magi.

"Una decisione va presa - fanno sapere da +Europa -: trattare con Giani e Renzi su un’unica lista che mantenga il contenitore Avanti oppure lasciamo perdere". Il jolly da giocare al tavolo coi renziani e col candidato (bis) del campo largo potrebbe essere quella del listino bloccato. Opzione però, già cassata in partenza dall’ex premier ("Mi spiace ma non ci sto. Grazie al cielo alle Regionali ci sono le preferenze. E vinca il migliore").

Ma per Giani è scontato l’accordo "in un campo largo – ha detto ancora a San Quirico – che vede l’impegno e la coerenza da parte di Matteo Renzi con Italia Viva, la presenza del Partito Socialista, la presenza del Partito Repubblicano, di +Europa, e di forze come quella di Andrea Marcucci che mi ha confermato un forte impegno".

Una linea su cui ha insistito anche Maraio: "La coalizione solo con Pd, 5 Stelle e Avs sarebbe monca – ha detto il segretario nazionale Psi –, siamo uno stimolo per evitare il rischio immobilismo, disegnando invece una coalizione non solo dei diritti ma anche dei doveri, che sappia parlare di lavoro e di sviluppo. Con il presidente Giani coltiviamo un rapporto fecondo, è lui la garanzia per la pluralità dell’alleanza e per il rapporto con i territori. E in Toscana come in tutte le regioni sosterremo le liste ’Avanti’".

Sul fronte della coalizione e delle candidature, domani passaggio chiave nella direzione regionale Pd, presenti i segretari provinciali. In quella sede si capirà se la questione deroghe sarà riproposta anche per chi ha fatto un mandato da consigliere e uno da assessore, coinvolgendo anche l’uscente con delega (pesantissima) alla Sanità Simone Bezzini. Nel caso, la direzione provinciale di Siena ha già mandato a dire che non se ne parla: il ’lodo Ceccarelli’ del 2020 è sempre valido, quindi Bezzini va ricandidato. Pena uno scontro aperto territorio-regionale.

Orlando Pacchiani