ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Regionali, patto a sinistra: "Contrari allo sviluppo"

Michelotti, FdI: "Accordo per la sopravvivenza basato sulla decrescita". Nel Pd lunedì i segretari provinciali convocati dalla direzione regionale.

Il governatore Eugenio Giani con Paola Taverna, Movimento 5 Stelle

Il governatore Eugenio Giani con Paola Taverna, Movimento 5 Stelle

Mentre il centrodestra ancora tentenna nell’ufficializzazione della candidatura di Alessandro Tomasi (ma sarà lui), il via libera a Giani nel centrosinistra da una parte ha dato la stura alla sfida finale interna al Pd per la corsa al consiglio, dall’altra alle polemiche di varia natura sull’accordo con i 5 Stelle. Su questo fronte arriva l’affondo di Francesco Michelotti, deputato e vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia: "Questa intesa è la conferma che la sinistra è pronta a sacrificare ogni coerenza pur di provare a restare avvinghiata al potere. Non è un progetto di sviluppo per la Toscana, ma solo un accordo di sopravvivenza che condannerebbe la nostra regione alla decrescita e a un rinnovato immobilismo".

Un dibattito da cui non è esente anche una parte della potenziale coalizione di centrosinistra (durissimo Calenda, ma alla fine Azione sarà comunque della partita), anche se il ricandidato Giani getta acqua sul fuoco e si dice sicuro di poter guidare una coalizione con una barra molto più a sinistra rispetto a quello del quinquennio che va a concludersi.

Molto più a sinistra anche in casa Pd, dove il dibattito sulle ricandidature è sempre acceso. Lunedì alle 18 il segretario regionale Emiliano Fossi incontrerà con la direzione i segretari provinciali. Il voto unanime di Siena, pur con qualche assenza eccellente, ancorché giustificata, sulla riproposta di Simone Bezzini (scontate quelle di Anna Paris ed Elena Rosignoli) non deve essere stato molto gradito a Firenze. Nella lettera ai segretari provinciali, Fossi ha rimarcato che la scelta resta in capo alla direzione regionale, così come la possibile concessione delle deroghe.

Un caso che, per Siena, non dovrebe esistere, perché il cosidetto lodo Ceccarelli avallato dalla commissione nazionale di garanzia non è mai stato superato: chi ha fatto due mandati in consiglio, senza deroghe è fuori; ma chi ha fatto un mandato in consiglio e uno in giunta (il caso di Ceccarelli nel 2020) è dentro.

Bezzini arriva all’appuntamento con un sostegno ampio motivato da molti interventi nel corso della direzione provinciali, dopo che alcune componenti del partito avevano sollevato il possibile problema della deroga. Una linea che in teoria riguarda anche altri assessori regionali (come Marras a Grosseto) e che sarà al centro della direzione di lunedì. Se alla fine saranno superati gli ostacoli, resterà da trovare una donna al fianco di Simone Bezzini, Anna Paris, Elena Rosignoli, Gabriele Berni, Marcello Bonechi. Se dalla direzione regionale arrivasse uno stop a Bezzini, si aprirebbe uno scenario tutto da delinerare, con Siena che di certo non resterebbe inerme.

Orlando Pacchiani