MONICA LEONCINI
Cronaca

Fa discutere il ’piano aree interne’: "Noi in declino? Inaccettabile"

La sindaca Folloni contro le affermazioni del documento che parla di un "cronicizzato invecchiamento". E rilancia: "Non siamo territori senza speranza, ma riserve di intelligenza, storia e anche futuro".

Uno degli eventi che arricchiscono Filattiera: la sindaca difende la sua comunità

Uno degli eventi che arricchiscono Filattiera: la sindaca difende la sua comunità

"Declino e invecchiamento? Non lo posso accettare". Le affermazioni contenute nel nuovo Piano strategico nazionale per le aree interne, predisposto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e pubblicato da poco, fa discutere. Nell’obiettivo 4, ‘Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile’ c’è un riferimento alle aree interne che testualmente recita "Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza. Hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento". La sindaca di Filattiera Annalisa Folloni non ci sta e protesta. "Sono sindaca di un comune montano - scrive in una nota -, ricompreso nelle aree interne e non posso accettare tale rassegnata narrazione. Non può essere accettata la rinuncia al futuro di interi territori, comunità, identità. Nel prendere atto di uno stato di cose, si decide di pianificare il declino di centinaia di territori della nostra repubblica, rinunciando a priori alla possibilità di prendere decisioni strategiche e di lungo termine che influenzino la direzione di un paese e delle sue realtà più vulnerabili, come molti comuni della Lunigiana. Siamo invece alla semplice resa, alla colpevole rinuncia e alla stridente violazione del dovere costituzionale di garantire pari opportunità a tutti i cittadini, ovunque essi risiedano".

"Anche e soprattutto nei nostri borghi – prosegue –, dove la vita resiste tra mille ostacoli, ma con una dignità che esige ammirazione e rispetto, non ipocrita compassione. Proclamare che non si investirà più per trattenere giovani generazioni o per sviluppare servizi è un affronto a chi ha scelto di restare. A chi lavora, insegna, cura, coltiva e mantiene vive intere comunità. Questo messaggio del Governo non può essere accettato. Anziché pensare alle aree interne come risorse strategiche per il futuro del nostro Paese, dove sviluppare agricoltura sostenibile, energie rinnovabili, turismo lento, coesione sociale e difesa del territorio, vengono certificate come pesi morti da accompagnare a lenta morte. Anziché valorizzarle investendo risorse, il Governo opta per sorvegliarne il declino, fotografandolo, accelerandolo, favorendolo. Non possiamo né vogliamo accettarlo".

"Non abbiamo bisogno di piani – conclude – che certificano la resa e la rinuncia al futuro dei nostri territori, delle nostre comunità e identità, ma di programmi a lungo termine e accesso a fondi dedicati. Le aree interne non sono territori senza speranza, ma riserve di intelligenze collettive, di storia e di futuro che devono essere salvaguardate, con finanziamenti adeguati, per favorire una vita libera e dignitosa a chi vi abita, a che si ostina a praticare la ‘restanza’ e ai nuovi cittadini che decidono di venirci ad abitare". Monica Leoncini