ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Beko, incontro sulle uscite: "Ora il partner industriale"

Miniero, Fiom Cgil: "L’impegno del Governo ancora non è esaurito. L’obiettivo è mantenere il perimetro occupazionale, con 299 posti".

Daniela Miniero, Fiom Cgil, interviene al presidio, presenti la giunta e Michelotti

Daniela Miniero, Fiom Cgil, interviene al presidio, presenti la giunta e Michelotti

Il caso Beko non passa mai di attualità. Martedì mattina è in programma un incontro tra sindacati e azienda per un confronto sul tema delle uscite anticipate, sullo sfondo ancora l’argomento centrale del futuro del sito. "La reindustrializzazione resta la parola chiave e l’unica opzione possibile sul tavolo", afferma Daniela Miniero, segretario della Fiom Cgil.

Partiamo dai numeri: 14 persone già uscite con incentivo ma senza Naspi, una trentina ora con la Naspi: cosa significa? "Sui numeri in realtà siamo ancora cauti, perché vedendo che si è concretizzata la volontà di acquisizione, qualcuno potrebbe riconsiderare la volontà di andarsene. Di certo per noi è fondamentale garantire la continuità lavorativa, le uscite incentivate sono una possibilità in più".

Sul fronte reindustrializzazione che novità avete? "Sappiamo che ci sono state tre manifestazioni di interesse. Per noi ogni occasione è buona per richiamare tutti gli interlocutori istituzionali alla responsabilità politica: l’azione che ha portato alla costituzione della società per acquisire l’immobile è stata importante, ma il cerchio si chiuderà solo con la reindustrializzazione".

Si entra però in una dinamica di rapporto tra imprese. "Noi siamo riusciti a blindare, a latere dell’intesa sulla procedura 234, l’impegno a mantenere il cappello del Governo anche sul futuro industriale dell’area. Il compito non può considerarsi esaurito con la norma sugli ammortizzatori sociali".

Però già l’acquisto del sito non era scontato, all’inizio c’era stata anche diffidenza... "Non sottovalutiamo questo passaggio, ma la responsabilità del Governo riguarda anche la reindustrializzazione. Del resto si era parlato di golden power per evitare la chiusura. Questo impegno va realizzato fino alla fine".

Tra 40 e 50 persone sono in uscita, per voi però si parla sempre di 299 posti, giusto? "L’obiettivo è mantenere il perimetro dell’occupazione esistente al momento in cui si è ufficializzata la chiusura, cioè 299 posti".

Cosa rappresenta per Siena? "Senza un’industria, l’economia del territorio resta debole e non strutturata. Per questo la vertenza fin dall’inizio riguarda tutto il territorio, come ha dimostrato la grande mobilitazione".

Orlando Pacchiani