
I marroni e le castagne (foto d’archivio) rappresentano una risorsa preziosa per la montagna Sarebbe interessante creare un distretto ma non è semplice trovare la quadra anche con il versante grossetano
di Massimo Cherubini
"L’istituzione del distretto rurale castanicolo regionale strumento di promozione? E’ in perfetta sintonia con lo spirito con il quale abbiamo istituito la nostra Associazione". L’affermazione è di Franco Giglioni, presidente dell’Associazione ’Marrone dell’Amiata’, nonché persona che dedica molto del suo tempo e della sua attività alla cura dei castagni. E alla produzione del pregiato frutto. Su tema del recente provvedimento della Regione dice di non aver ancora analizzato i suoi aspetti. "Questa sera (ieri, ndr) abbiamo una riunione con i colleghi dell’Associazione per affrontare vari temi in vista del raccolto. Analizzeremo anche la nuova opportunità legata al Distretto rurale. Abbiamo la consapevolezza di essere, al momento, in pochi. Siamo "piccoli (in tutta una trentina di produttori, ndr), non siamo strutturati. Vedo difficoltà di poterlo essere in tempi brevi per diverse ragioni. Tra queste anche quella della difficoltà di unirci, dialogare, confrontarci, con i colleghi del versante grossetano della montagna. Le ragioni che rendono difficile l’unione è legata alla diversità dei prodotti. Nel nostro versante ci sono castagni che producono marroni. Che hanno il suo mercato, la sua nicchia. Nell’altro versante si raccolgono varietà diverse: il "cecio", il "bastardo". Castagne che hanno un prezzo di mercato decisamente inferiore rispetto al marrone". Le considerazioni di Franco Giglioni, quelle legate al "peso" dei produttori di castagne del versante senese dell’Amiata, è supportate dai dati: il 99 per cento dei raccoglitori sono, infatti, privati. Non ci sono aziende strutturate. Il presidente Giglioni ha aggiunto che i produttori, iscritti all’Associazione, destinano il loro raccolto eventi locali. "Il grosso della mia produzione - dice Franco Giglioni - è destinato alle Contrade di Piancastagnaio protagoniste del ’Crastratone’. Quindi Associazione piccola con spirito di servizio locale. Piccola ma con prospettive di rapida crescita. "Sono diversi, direi molti, i giovani che hanno deciso di dedicarsi a questa attività. Decine di ettari di terra- dice ancora Franco Giglioni – destinati a castagneto. Occorrono due- tre anni prima che arrivino i frutti. I giovani hanno idee giovani, vogliono puntare ai "derivati" del pregiato marrone. Sì pensa alla farina, alle marmellate. Insomma ad un mondo diversificato del nostro marrone, castagna di elevata qualità e gusto".