NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Pomodori, caos sui prezzi. Passata a 89 centesimi: "Agricoltore cancellato dal processo produttivo"

Rossi (Confagricoltura): "A chi coltiva restano soltanto le briciole"

Rossi (Confagricoltura): "A chi coltiva restano soltanto le briciole"

Rossi (Confagricoltura): "A chi coltiva restano soltanto le briciole"

GROSSETOUna passata di pomodoro venduta a 89 centesimi: è l’ultima offerta promozionale lanciata da un noto marchio della grande distribuzione, accompagnata da promesse di qualità, etica e rispetto dei diritti. Ma dietro lo slogan pubblicitario, la realtà per chi quei pomodori li coltiva è ben diversa. A denunciarlo è Paolo Rossi, direttore di Confagricoltura Grosseto, che non usa mezzi termini: "Così facendo, - spiega Rossi - l’agricoltore viene letteralmente cancellato dal processo produttivo. Dopo che tutti gli altri passaggi della filiera – lavorazione, confezionamento, trasporto e marketing – hanno preso la loro parte, a chi ha coltivato quei pomodori resta pochissimo. Spesso, nulla".

La denuncia arriva alla vigilia della campagna di raccolta del pomodoro, un settore che anche in Maremma è già fortemente colpito dalle difficoltà legate al cambiamento climatico. Trapianti in ritardo, rese incerte e costi di produzione sempre più alti rendono economicamente insostenibile qualsiasi ipotesi di vendita a prezzi stracciati. "È paradossale – prosegue Rossi – che si parli di sostenibilità e giustizia sociale mentre si impone agli agricoltori di produrre sottocosto. Il consumatore pensa di fare una scelta etica, ma nessuno gli dice che, a quei prezzi, il primo a rimetterci è chi lavora la terra. Così facendo, si distrugge il primo anello della filiera: l’impresa agricola".

Il nodo, secondo Confagricoltura, è proprio nel prezzo pagato alla produzione: troppo basso per garantire redditività alle aziende, che si trovano schiacciate tra l’aumento dei costi e la pressione commerciale delle grandi catene. Una dinamica che mette a rischio non solo la sopravvivenza di molte realtà produttive, ma anche l’intero equilibrio dell'agroalimentare. "Il prezzo giusto – conclude il direttore – non è quello più basso sullo scaffale, ma quello che consente a tutta la filiera, a partire dall’agricoltore, di sopravvivere, investire e produrre qualità. Tutto il resto è solo marketing. Ed è ora di dirlo con chiarezza".

Il marchio che ha lanciato questa promozione spiega anche sull’etichetta che c’è un controllo del rispetto dei diritti dei lavoratori estesi fino alla fase di raccolta sul campo e che i pomodori utilizzati provengono da metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente.

Nicola Ciuffoletti