
GROSSETO In provincia di Grosseto cresce il numero di cittadini e imprenditori che non riescono più a far fronte ai propri...
GROSSETOIn provincia di Grosseto cresce il numero di cittadini e imprenditori che non riescono più a far fronte ai propri debiti. A dirlo sono i dati aggiornati dell’Organismo di composizione delle crisi da sovraindebitamento (Occ) istituito presso la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, che solo nel 2024 ha ricevuto 73 istanze grossetane, contro le 60 del 2023. Un aumento del 22% che conferma una tendenza ormai strutturale e preoccupante. Attivo dal 2018, l’Organismo della Camera è uno strumento pensato per offrire una via d’uscita legale a consumatori, piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e agricoltori alle prese con debiti insostenibili, spesso verso banche, finanziarie e agenzie fiscali. In sei anni sono 327 le richieste presentate, con un picco nell’ultimo biennio. Nel 2024, l’82% delle istanze arriva da privati cittadini, il restante da microimprese e partite Iva in difficoltà. Lo strumento più utilizzato è la liquidazione controllata, scelta per le imprese grossetane nel 53% dei casi, segno che in molte situazioni i debitori non hanno più possibilità di rientrare nei propri debiti se non attraverso l’alienazione dei beni, quando presenti. Il fenomeno ha radici economiche profonde: l’effetto post-pandemia, la crescita dei tassi d’interesse, l’aumento del costo della vita e le difficoltà strutturali di alcuni comparti economici – agricoltura in primis – hanno contribuito ad aggravare situazioni già precarie. Come sottolinea Riccardo Breda, presidente della Camera di Commercio: "L’Occ si è rivelato uno strumento fondamentale per sostenere chi non riesce a uscire da situazioni di indebitamento cronico, offrendo una possibilità di ristrutturazione o cancellazione parziale". I dati raccolti evidenziano che, dal 2022 al 2024, le procedure di sovraindebitamento omologate dal Tribunale di Grosseto hanno riguardato una massa superiore a 3,8 milioni di euro. Di questi, oltre 2 milioni legati a consumatori, il resto a microimprese.