REDAZIONE PRATO

Una vita da giostrai: "Passione e tanta fatica. Ma la magia cattura anche i bimbi di oggi"

Luca Moruzzi, con i suoi figli, è alla quarta generazione di esercenti del mondo dello spettacolo viaggiante. "Tutto iniziò con mia nonna..." "Abbiamo investito anche sulla sicurezza pagando vigilanza privata" .

Luca Moruzzi, con i suoi figli, è alla quarta generazione di esercenti del mondo dello spettacolo viaggiante. "Tutto iniziò con mia nonna..." "Abbiamo investito anche sulla sicurezza pagando vigilanza privata" .

Luca Moruzzi, con i suoi figli, è alla quarta generazione di esercenti del mondo dello spettacolo viaggiante. "Tutto iniziò con mia nonna..." "Abbiamo investito anche sulla sicurezza pagando vigilanza privata" .

All’ombra traballante del tagadà, dell’ottovolante, del brucomela e dell’autoscontro il mondo è tagliato in due, come una mela: ci sono i "fermi" – che poi siamo tutti noi – e ci sono loro, i giostrai (e anche i circensi). Quelli che impacchettano casa e divertimento e lo fanno correre su quattro ruote lungo tutto lo Stivale. Nel vocabolario del politicamente corretto sono gli esercenti dello spettacolo viaggiante. Per essere spicci: i giostrai. Con Deluca Moruzzi, 59 anni, il divertimento inizia già dalla carta d’identità: "Perché Deluca e non Luca? Al mio babbo piaceva il cognome di un giostraio siciliano, Deluca, e mi ha chiamato così. Il cognome al posto del nome. Ma alla fine tutti mi chiamano Luca", sorride. Con i suoi figli è alla quarta generazione di una storica famiglia di giostrai, spiega mentre ci accompagna nel dietro le quinte del Luna Park di viale Marconi. Luci spente, le giostre dormono sotto un cielo bianco d’umidità. Cacciaviti in mano, trapani, è un gran daffare: l’inaugurazione è alle porte. Sabato si parte, con i fuochi d’artificio a ricamare la notte di festa.

"Vedi, quello là è mio cugino, ha sposato una collega. Quell’altro? Ha sposato una ‘ferma’, Francesca, di Pisa". La Piovra a due passi ascolta, sorniona, quello che alla fine è il racconto di una grande famiglia. "La vita di esercente dello spettacolo viaggiante si eredita. Se nascevo figlio di Agnelli probabilmente non ero qui – ride Moruzzi, toscano di Massa e Cozzile solo sulla carta d’identità – : "La mia vita è itinerante. Io e mia moglie viviamo nella roulotte, e lo stesso fanno i miei tre figli, tutti già sposati. Sono anche nonno, ho un nipote". Quella delle giostre era l’attività di famiglia, è l’attività e di famiglia e sarà l’attività di famiglia.

Mentre un bambino che avrà meno di quattordici anni, occhi azzurri e vispissimi, sistema per bene il telo a protezione di una giostra, Luca torna là, dove tutto è iniziato. Radici quasi mitiche, quando le cartomanti giravano per i paesi, i bar erano pieni e le mani quasi sempre sporche. E bastava una giostrina a catene a cambiare l’ordinario in straordinario. "Mia nonna Giulia Cena era di origine gitana. Aveva un carretto con i cavalli e un tirassegno. Era anche chiromante. Un giorno, vicino a Piacenza, conobbe mio nonno. Era un agricoltore, benestante. Scelse di seguirla. E’ iniziata così l’avventura della mia famiglia in questo mondo che ora a noi sembra l’unico mondo possibile – sorride – Ma attenzione, è anche una gran fatica. Ci vuole una decina di giorni per montare un luna park, poi va smontato, si riparte e di nuovo via a montarlo".

Lo spettaccolo viaggiante, quando non viaggia, lavora. Ora la famiglia di Luca Moruzzi ha un ‘impero’. "Circa venti giostre, senza contare le ruote panoramiche fisse, come quella in Versilia", spiega. Sono piccoli grandi tesori d’artigianato e meccanica, quelli che si accenderanno sabato, per lo più prodotti tra Bergantino e Melara, in Polesine, nel cosiddetto distretto della giostra. Un lungo braccio di metallo punge il cielo: è il Loop Fighter. Categoria: giostre ‘adrenaliniche’ (se soffrite di vertigini meglio il brucomela, emozione a portata di tutti). "Ecco, costa un milione. E’ una delle più recenti". Un po’ più in là c’è la novità del Luna Park di quest’anno: Joker Jump (sempre per chi ha lo stomaco forte). "Il numero di giostre qui a Prato resta all’incirca sempre quello: sono un centinaio e in più ci sono trenta banchi di gastronomia".

La vita itinerante del giostraio corre su un calendario fisso. "Dopo Prato ad esempio abbiamo Empoli, Terranuova Braccioli, Scandicci, Perugia...". Non sarà stato facile da bambino... "No, cambiavo scuola ogni mese. E ogni volta quando entravo in classe ero il ‘fenomeno’. L’insegnante mi spingeva a raccontare la mia vita. Una vergogna. C’era anche molta ignoranza, ci chiamavano zingari. Comunque, a me questa vita piace".

Vacanze mai? "Non possiamo stare fermi. Le vacanze sono quando andiamo nelle località di mare, e allora a quel punto, di giorno, ci regaliamo un po’ di relax. Ma di notte poi si lavora. Non possiamo fermarci perché le spese sono tante", racconta. I numeri: una piccola giostra tra energia e costi di ‘partecipazione’ costa anche sui 2mila euro. "La spesa per tutto il luna park di Prato, per gli esercenti dello spettacolo viaggiante, sarà sui 700mila euro", spiega. Anche i il costo dei fuochi d’artificio (8mila euro) è sostenuto dai giostrai.

"C’è un altro discorso a cui tutti teniamo molto. Paghiamo un servizio di vigilanza attivo ogni sera. Ci costa circa 10mila euro. Ma vogliamo che questo sia un luogo dove le famiglie possano venire in tutta serenità – spiega Moruzzi – negli anni passati qualche balordo aveva fatto un po’ di confusione. Così abbiamo preso provvedimenti". C’è un altro aspetto che sta cuore a chi fa questo lavoro: "Ci sono regioni che si stanno dotando di leggi ad hoc per gli esercenti dello spettacolo viaggiante. Io mi darò da fare per parlare con le istituzioni regionali affinché anche la Toscana si muova in questo senso. Per avere garanzie di un lavoro più stabile e tutele. Un lavoro che alla fine ha anche una funzione sociale".

Perché il luna park regala sogni. Un tamponamento in autoscontro può essere finito in matrimonio. Ma riescono ancora le giostre a strappare i bimbi dagli smartphone? Moruzzi non ha dubbi: "Io ho una giostra fissa a Montecatini, quella classica. I bambini prima di salire già hanno scelto il loro cavallo". Ha un luccichio diverso gli occhi dei più piccoli al luna park. Un po’ come quello di Moruzzi, che si guarda attorno, La Casa stregata alle spalle, la famiglia di amici e parenti al lavoro. Allarga il sorriso. "Forse la cosa più bella è questa. Quando hai montato la giostra sei il padrone di quel poco che hai".

Maristella Carbonin