
Da sinistra, Albini,. Mazzetti, Pocai, Romagnoli e Tajani
"Il sostegno che il governo può e deve dare contro i dazi e per la ricerca di nuovi mercati, le contromisure contro i rialzi dell’energia ma anche risposte concrete sugli impianti e le infrastrutture. E poi: proposte concrete su investimenti e crediti d’imposta. Insomma, un impegno affinché Prato non si fermi, non arretri ma cresca". Parole di Erica Mazzetti, la deputata pratese di Forza Italia promotrice dell’incontro, avvenuto nella serata di mercoledì, alla Versiliana a Marina di Pietrasanta, tra gli industriali pratesi di Confindustria Toscana Nord e il ministro degli Esteri e della cooperazione Antonio Tajani, che ha, tra le sue competenze, il commercio estero, fondamentale per gli imprenditori del distretto pratese.
Hanno partecipato Fabia Romagnoli, presidente di Confindustria Toscana Nord, Agostino Pocai, presidente sezione lapidea e Federico Albini, presidente sezione trasporti e logistica e console onorario del Kazakistan, che hanno dimostrato massima collaborazione.
"Tajani è un ministro del fare – continua Mazzetti, che è anche deputata responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di Forza Italia – Lo abbiamo dimostrato immediatamente nel post alluvione quando il ministro si è recato a Prato e ha dato risposte concrete, 100 milioni per gli imprenditori che esportano. E nell’incontro alla Versiliana lo hanno ringraziato. Ancora una volta, Prato, soprattutto la parte produttiva della città, può contare sul nostro impegno".
Il confronto di Tajani con gli imprenditori ha riguardato molte delle questioni che interessano lo sviluppo economico e infrastrutturale del territorio toscano, dalla competitività delle imprese alla transizione energetica, dalla burocrazia al costo del lavoro. Argomenti vitali per ‘correre’, soprattutto in un momento, come quello attuale, dove il tessile ha i piedi piantati in una crisi che si ostina a perdurare.
Tema attualissimo quello dei dazi al 15% su cui Fabia Romagnoli solo qualche giorno fa, aveva detto: "Il 15% non è una vittoria perché il danno rimane, e anche pesante. Indipendentemente dalle motivazioni per cui l’Unione Europea non ha ottenuto di più, è ora indispensabile che venga fatto ogni sforzo per porre le aziende in condizione di competere sui mercati internazionali. Sostegni diretti ma anche un profondo ripensamento delle politiche europee e nazionali che creino condizioni di contesto favorevoli alle imprese. Non ci possiamo permettere, ora più che mai, indirizzi economici che creino appesantimenti e zavorre".