MARTINA MAROTTA
Cronaca

Prato-Latronico, un’amicizia storica. Duemila lucani trapiantati in città. E ‘l’esodo’ per la festa di Sant’Egidio

Ogni anno i latronichesi tornano nel paese d’origine per festeggiare il santo patrono, l’1 settembre .

Nella foto alcuni latronichesi in Comune a Prato con l’ex sindaco Biffoni

Nella foto alcuni latronichesi in Comune a Prato con l’ex sindaco Biffoni

Sono numerose le famiglie pratesi che in questi giorni si sono date appuntamento a Latronico, piccolo centro lucano nel Parco Nazionale del Pollino, famoso per le sue terme e per le importanti scoperte archeologiche. Ma Latronico è anche paese di origine di duemila persone che vivono e lavorano a Prato, figli di un’emigrazione che fonda le sue radici in una storia d’amore e vicinanza. Durante la seconda guerra mondiale, infatti, il pratese Rolando Nannicini fu inviato al confino a Latronico e fu salvato dalla deportazione nei campi di concentramento grazie ai cittadini del piccolo paese lucano che lo fecero credere moribondo. Una volta tornato a Prato e divenuto imprenditore, Nannicini volle ricambiare l’affetto ricevuto dai latronichesi offrendo loro posti di lavoro. È così che iniziò il flusso migratorio.

A raccontare il legame tra la città toscana ed il paese lucano anche il sindaco di Latronico Fausto Alberto De Maria, in carica dal 2012. "È stata un’emigrazione forte negli anni ‘60 e ‘70, nata da una storia molto bella. Grazie ai figli di Rolando Nannicini abbiamo scoperto ciò che è successo. Oggi possiamo contare 2000 latronichesi che vivono a Prato e proprio questo periodo, tra fine agosto e settembre, rappresenta l’incontro tra i latronichesi e i pratesi, legati da due feste religiose: Sant’Egidio qui a Latronico e la festa della Madonna l’8 settembre a Prato. Ogni anno rivedo i latronichesi che tornano qui per Sant’Egidio e li incontro nuovamente dopo una settimana a Prato. Questa è la cosa più strana e più bella che ci sia". Come detto, tanti sono i latronichesi di prima e seconda generazione, emigrati o nati a Prato, che sono rientrati a Latronico in questi giorni per le vacanze e festeggiare Sant’Egidio, patrono del paese. Una festa, questa, che i latronichesi sentono con amore, come racconta Egidia Del Duca, latronichese emigrata a Prato quando era una bambina. "Sono emigrata quando ero molto piccola con mia madre e mia sorella e da quasi 50 anni vivo a Prato anche se Latronico ce l’ho nel cuore. È sempre un’emozione tornare, sopratutto per la festa di Sant’Egidio, siamo tutti molto legati a questo Santo. Prato mi ha dato molto e sono contenta di viverci ma ogni anno sento il bisogno di tornare e con me mio marito, anch’esso di Latronico, mia figlia ed i miei nipoti. Qui ritroviamo le origini e gli affetti. Per il futuro spero di poter vivere di più il mio paese ed una volta andata in pensione vorrei restare almeno per 6 mesi all’anno qui in Basilicata". Questa è una storia che da 60 anni lega due luoghi distanti quasi 700 km l’uno dall’altro, una terra di origine, Latronico, che ogni anno vede rientrare i suoi figli per la festa del Santo Patrono il 1 settembre ed una adottiva, Prato, che li vede tornare per festeggiare l’8 settembre. Una storia d’amore e fratellanza.

Martina Marotta