
Alcuni. giovani della diocesi di Prato. insieme al vescovo Giovanni Nerbini a chiusura del Giubileo a Roma
Si è concluso con il grande abbraccio con papa Leone XIV a Tor Vergata il Giubileo dei Giovani: un milione di ragazzi e ragazze arrivati da ogni parte del mondo per vivere un momento così significativo nel percorso di fede. Dalla diocesi di Prato sono partiti cento ragazzi e ragazze. Ecco il loro contributo a chiusura dell’esperienza giubilare accompagnati da suor Deborah Tesi insieme a don Michele Di Stefano e don Alessio Nencetti. Presente anche il vescovo, monsignor Giovanni Nerbini.
Sentirsi parte di qualcosa più grande, essere un puntino in un milione di altri puntini, eppure sentirsi unici e preziosi. Solo guardando i maxi schermi ci si può rendere conto di quante persone si sono ritrovare tutte insieme, nello stesso momento, per lo stesso motivo: incontrare il Signore. Un incontro che riesce a spazzare via la fatica delle tre ore di cammino per raggiungere Tor Vergata, che alleggerisce gli zaini pesanti, che allontana la stanchezza e ci rende subito pronti a ballare e a cantare, in mezzo ai colori delle bandiere e alle voci delle nazionalità che si mischiano. Una vera festa, per incontrare un Vero Amico. E poi arriva quel momento in cui Gesù è esposto sull’altare e lì tutto si ferma: le nuvole del cielo si abbassano, le voci di un milione di giovani si fanno silenziose, i corpi stanno immobili ad accogliere l’abbraccio dell’amore del Signore. Quel silenzio rimbomba, circonda e riempie: si sente solo il rumore delle bandiere che continuano a sventolare e, quando ci si accorge che tutti si sono fermati per adorare il Signore, il cuore batte ancora più forte. Perché l’esperienza della Veglia è un viaggio tanto collettivo quanto individuale: ognuno la vive a modo suo, ma insieme agli altri, che sono lì per una stessa motivazione e spinti dalla stessa forza di Speranza.
Come ha detto Papa Leone, tutte le volte che adoriamo Cristo nell’Eucarestia siamo uniti a Lui e possiamo ringraziarlo del Suo amore per noi. È stata questa l’emozione più grande: davanti a Lui, tutti insieme, per essere uniti in unico corpo e sentirsi Figli Amati in modo unico, in ogni momento.
I giovani della Diocesi di Prato