REDAZIONE PRATO

L’arrivo del ministro Piantedosi. “Prato oggi capitale, il Pd non ha compreso il valore della visita”

Le reazioni degli esponenti di centrodestra alle dieci domande presentate dai dem a Piantedosi. Silli: “Non viene a mangiare i sedani”. La Porta: “Ignorano i veri problemi come quello della mafia cinese”

Giorgio Silli, sottosegretario agli Esteri

Giorgio Silli, sottosegretario agli Esteri

Prato, 15 agosto 2025 – E’ arrivato il giorno tanto atteso. Oggi il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sarà a Prato intorno alle 10,30 insieme al capo della polizia, Vittorio Pisani. E’ la prima volta che Piantedosi arriva a Prato. Il ministro sarà accolto in Prefettura dove presiederà, insieme alle altre istituzioni cittadine, il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Una tradizione quella del ministro dell’Interno che si rinnova ogni 15 agosto e che quest’anno ha scelto Prato come sede logistica per presiedere al comitato. L’anno scorso Piantedosi tenne il comitato e fece il saluto alle forze dell’ordine di tutta Italia direttamente dal Viminale. Quest’anno la particolarità è che sarà a Prato anche per ascoltare i problemi del territorio, di recente rimasto orfano della giunta comunale dopo le dimissioni dell’ex sindaca Ilaria Bugetti. Sarà l’occasione per mettere sul tavolo problemi atavici della provincia pratese, come l’insufficienza degli organici delle forze di polizia rispetto a un territorio «complesso» dove non mancano episodi di criminalità anche gravi, i problemi del carcere della Dogaia (dove fra l’altro si è registrato l’ennesimo decesso fra i detenuti) e quelli del tribunale alle prese da venti anni con scoperture di organico diventate insostenibili. Un ricco dossier quello che attende Piantedosi fatto anche dalle domande che alcuni esponenti del Pd hanno inviato al ministro per sollecitare interventi urgenti su Prato.

La reazione della politica

Le dieci domande rivolte al ministro Matteo Piantedosi da parte di diversi esponenti politici del Pd provinciale, hanno scatenato le reazioni dei politici di centrodestra.

“Giusto per capirsi – interviene Giorgio Silli, sottosegretario pratese agli Esteri – a Prato, a Ferragosto, non verrà ’semplicemente’ il ministro dell’Interno, cosa che già di per sé sarebbe di enorme rilevanza (del resto, bontà sua, non viene certo per mangiare i sedani alla pratese); a Prato si svolgerà il comitato nazionale di ordine e sicurezza. Prato per un giorno sarà una sorta di capitale del nostro paese”. E poi ancora: “Giusto per capirsi si tratta di una cosa mai accaduta nella storia della nostra città. Ci sarà il capo di Stato maggiore della difesa (per intendersi il capo di tutte le forze armate: esercito, marina e aeronautica), il capo della polizia e molte altre figure di rilievo nazionale. Questo allo scopo di mettere in guardia il pratese medio dalla propaganda spicciola e becera di un Pd che fa leva sull’ignoranza della povera gente. Con tutto il rispetto per il partito che comanda (non governa, comanda e con metodi a volte discutibili) la nostra città da sempre, non credo proprio che mezza amministrazione dello Stato avesse bisogno delle loro sollecitazioni per sapere cosa fare”.

E poi Silli conclude: “Di sicuro Prato è meravigliosa da visitare e ha molti prodotti tipici ma, ribadisco, chi verrà il 15 non verrà per mangiare i cantucci o il filone di Mattonella”.

“A Prato, il ministro dell’Interno siederà accanto al capo della polizia e ai vertici delle forze armate. Non era mai accaduto – ribadisce Chiara La Porta, deputata pratese di FdI –. È il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato qui per affrontare fra le altre cose l’emergenza mafia cinese. Un segnale forte: lo Stato mette finalmente Prato al centro”.

“Questa mafia non si è radicata ieri– aggiunge La Porta –: è cresciuta anno dopo anno, all’ombra di chi aveva il potere e ha scelto di guardare altrove”. Poi l’attacco alle domande del Pd. “Il Pd locale – dai deputati Furfaro e Sanzò, agli assessori regionali, al coordinatore provinciale, fino ai sindaci della provincia – presenta un elenco di dieci domande. Domande fuori luogo e fuori tempo, che avrebbero dovuto porsi e a cui avrebbero dovuto rispondere quando governavano”. La Porta sottolinea come, mentre “il Pd stila decaloghi, le parole del procuratore di Firenze, Filippo Spiezia, non lasciano spazio a interpretazioni: le indagini hanno rivelato rapporti fra imprenditori cinesi e pezzi della politica locale pratese (ha detto Spiezia intervistato da Repubblica). E alla domanda sul pericolo di infiltrazione mafiosa, la risposta è stata chiara: è la logica delle organizzazioni criminali, consolidare posizioni di potere e ampliare il proprio business, anche sostenendo competizioni elettorali. Eppure, nel documento, il Pd mantiene la stessa costante reticenza di sempre: nessun riferimento diretto alla ’mafia cinese’”, conclude La Porta.

“Piantedosi a Prato un segnale importante di rinnovata attenzione ad un tema cruciale come la sicurezza”, dicono invece i referenti provinciali dei partiti di centrodestra di Prato fra cui Matteo Mazzanti. “E’ incredibile e rasenta l’assurdo il decalogo presentato dal centrosinistra – proseguono – che dopo aver trattato il tema sicurezza in maniera totalmente inadeguata, adesso si aspetta di dare addirittura lezioni. Abbiamo un Comune commissariato, ex sindaci indagati, uno dei quali firma pure una nota dove parla di protezione civile, siamo allibiti di fronte a questa sfrontatezza. Siamo convinti che la sicurezza sia un argomento da affrontare con competenza, la visita del ministro è solo il primo passo per avviare un percorso di rinascita della città, dopo l’abisso in cui è stata precipitata dal centro sinistra”. La parola adesso passa a Piantedosi.