
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi
Prato, 14 agosto 2025 – Il Ferragosto a Prato quest’anno non sarà solo grigliate e gite in montagna. Il 15 agosto, in Prefettura, arriverà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per presiedere il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Una data inusuale per un appuntamento che si annuncia ad alta carica politica, con un clima già da campagna elettorale in vista delle regionali di ottobre e delle comunali previste in primavera dopo la caduta della giunta Bugetti.
Il Partito Democratico provinciale non intende restare a guardare e ha deciso di usare l’occasione per chiedere al ministro risposte precise, mettendo in fila dieci domande “semplici e necessarie”. L’auspicio, dicono, è che la visita non si riduca a “un mero rituale” o “all’ennesima passerella a mezzo selfie”, ma porti a risultati concreti e misurabili. I firmatari con i testa i deputati Marco Furfaro e Christian Di Sanzo, sono gli assessori regionali Monia Monni e Stefano Ciuoffo, Marco Martini, consigliere regionale, Simone Calamai, sindaco di Montemurlo e presidente Provincia, Guglielmo Bongiorno, sindaco di Cantagallo, Francesca Vivarelli, sindaca di Vaiano, Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano e Maria Lucarini, sindaca di Vernio.
Il documento parte da un dato storico: nel 1996 la Questura di Prato contava 284 unità per 169mila abitanti; oggi, con oltre 200mila residenti, gli agenti effettivi sono circa 250, che nei periodi di ferie o malattia scendono sotto quota 200. Il Pd chiede quindi un piano serio, con numeri e tempi certi, per adeguare gli organici. Al centro delle richieste c’è il nodo organici, questione tutt’altro che risolta. Altro punto dolente: i permessi di soggiorno. A Prato vivono circa 50mila stranieri e il Pd propone di sperimentare il trasferimento del rinnovo ai Comuni, come fece l’Anci vent’anni fa, liberando risorse preziose per la sicurezza e contrastando lo sfruttamento. “Perché - chiedono- il governo è contrario? ”. Poi la carenza del 30% di ispettori di polizia, la richiesta di innalzare il livello della Questura, e una riorganizzazione degli organici dei Carabinieri con tempi certi e numeri precisi. Sul fronte giustizia, il Tribunale di Prato è alle prese con oltre 10mila sentenze arretrate e carenze di personale del 45%, che salgono al 60% al Giudice di Pace. Situazione ancora più critica per la Procura e l’Ufficio Notifiche (Unep), con un 70% di scopertura e la mancanza di interpreti per le indagini oltre alle carenze strutturali, da qui la domanda rivolta a Pietedosi: “Quando arriveranno e quanti saranno i fondi per la riqualificazione del Tribunale di Prato?”.
I dem chiedono inoltre di estendere le tutele dei collaboratori di giustizia ai cittadini stranieri, come proposto dal procuratore Luca Tescaroli, e di valutare una sezione distaccata della Dda specializzata nella criminalità organizzata straniera.
Il carcere della Dogaia è un capitolo a parte: sei suicidi nel 2024, un detenuto morto in isolamento a luglio, nessun direttore stabile. Per il Pd servono “interventi immediati su personale, supporto psichiatrico e sicurezza”.
Sul fronte lavoro, in una provincia segnata dalle infiltrazioni mafiose nel tessile, l’Ispettorato conta 9 ispettori operativi su 17 e appena 2 ispettori Inps. Troppo poco, denunciano, per un comparto strategico.
Infine, polizie locali e protezione civile: serve flessibilità nell’assunzione di nuovi agenti, superando i vincoli del turnover e della spesa, e procedure più snelle per interventi rapidi in caso di emergenza.
“A Prato non servono annunci da copione o promesse generiche – scrivono i firmatari – ma azioni concrete, verificabili e in tempi rapidi”.
E mentre la deputata di centrodestra Erica Mazzetti minimizza parlando di “enfasi mediatica”, il Pd ribadisce: “Valuteremo la reale attenzione del governo alla città non dalle passerelle di Ferragosto, ma dai fatti”.
Si.Bi.