La Spezia, 13 agosto 2025 – Umberto Efeso, l’uomo che oggi ha assassinato la ex moglie 54enne Tiziana Vinci, alla Spezia a colpi di coltello aveva il braccialetto elettronico dal giugno scorso a causa delle reiterate denunce della donna, che avevano innescato il 'Codice rosso’ ma il dispositivo da 10 giorni aveva mostrato segni di malfunzionamento. Un fatto che era stato segnalato dai carabinieri all'azienda di telefonia che si occupa del segnale e che era incaricata della manutenzione.
Cosa è successo nella villa del delitto
L'assassino, un uomo di 57 anni, era sottoposto al divieto di avvicinamento alla donna. La coppia aveva sei figli. Questa mattina intorno alle 11 l’ex marito è andato nella villa di via Genova dove la vittima lavorava come collaboratrice domestica e l’ha uccisa con alcune coltellate. All’aggressione avrebbe anche assistito un testimone, che ha dato l’allarme.

Mentre sul posto arrivavano i carabinieri e il 118 – con i sanitari che hanno tentato inutilmente le manovre di rianimazione – il femminicida è scappato e si è liberato dell’arma del delitto, ma a Ceparana ha deciso di costituirsi dai carabinieri. Nella caserma di Ceparana è stato sottoposto a interrogatorio, mentre la salma della donna veniva trasportata all'obitorio dell'ospedale della Spezia.
“Ennesimo atto efferato”
"L'ennesima aggressione che oggi ha colpito una donna che stava svolgendo il suo lavoro ci addolora profondamente e ci richiama alla responsabilità di non abbassare mai la guardia. Alla famiglia della vittima esprimo, a nome mio e della Regione Liguria, il più sincero cordoglio”, dice l'assessore alle pari opportunità Simona Ferro.
"Di fronte a simili tragedie – prosegue Ferro – è necessario un impegno costante delle istituzioni, delle forze dell'ordine e della società civile per prevenire e contrastare la violenza di genere, sostenendo concretamente le donne che chiedono aiuto e rafforzando la rete di protezione. La Regione Liguria è quotidianamente impegnata in questo lavoro, anche attraverso il sostegno ai centri antiviolenza presenti sul territorio, affinché ogni donna possa trovare ascolto, protezione e vie concrete di uscita da situazioni di pericolo ai primi segnali di allarme, che non vanno mai sottovalutati - conclude -. La cultura del rispetto e della parità deve diventare un patrimonio condiviso, perché nessuna donna debba più vivere nella paura”.
"A Spezia l'ennesimo femminicidio che coinvolge una donna vittima della violenza del suo ex marito impone una riflessione e interventi adeguati. Occorre – scrivono in una nota congiunta la deputata Valentina Ghio, vicepresidente Gruppo Pd alla Camera e componente Commissione Femminicidi, insieme alle consigliere regionali Pd Carola Baruzzo e Katia Piccardo – un più serio investimento sull'efficacia delle misure cautelari oltre l'incremento e la specializzazione di personale dedicato e un migliore funzionamento dei braccialetti elettronici in modo da rendere effettivo l'intervento di personale in tempi brevi”.
"L'azione del Governo – proseguono – continua a concentrarsi nell'incremento delle pene, ma non basta e non è risolutivo. Bisogna intervenire meglio e di più sull'attuazione delle misure di protezione delle donne e sulla prevenzione, rafforzando e rendendo davvero efficaci le misure già in essere. Non è tollerabile che ancora una volta un'altra donna venga uccisa nonostante le disposizioni di allontanamento a cui l'uomo è stato sottoposto. Non servono nuove misure se non sono accompagnate dai finanziamenti necessari ad investire sul rafforzamento delle misure di tutela oltre che su cultura della prevenzione che continua a essere trascurata”.