REDAZIONE PRATO

Il ministro in città a Ferragosto. Organici delle forze di polizia: un dossier già pronto sul tavolo

Piantedosi sarà in prefettura a Prato il 15 agosto per presiedere il comitato per l’ordine e la sicurezza e per il consueto saluto estivo. Fra le questioni anche la mancanza di agenti .

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Ha deciso di fare il consueto saluto alle forze dell’ordine collegandosi dalla prefettura di Prato. Un segnale forte per la città che sta vivendo il suo annus horribilis, uno dei periodi più difficili della sua storia. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sarà a Prato il 15 agosto. Inizialmente il massimo rappresentate del Viminale era atteso in città il 29 luglio ma, a quanto pare, Piantedosi avrebbe deciso di posticipare la visita di una quindicina di giorni e fare il consueto saluto di Ferragosto alle forze dell’ordine di tutto il paese da Prato. L’anno scorso il ministro si collegò con le centrali operative d’Italia da Roma, quest’anno lo farà dalla prefettura di Prato dove presiederà il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Sarà l’occasione per il fare il punto su tutta una serie di problemi che affliggono da tempo la città, oggi rimasta orfana pure di una guida politica e amministrata dal commissario straordinario Claudio Sammartino dopo le dimissioni da sindaco di Ilaria Bugetti, indagata per corruzione dalla Dda di Firenze. Ad attendere Piantedosi ci sarà un dossier in cui vengono ricapitolate l’annosa questione della mancanza di organici delle forze dell’ordine. Organici numericamente "inadeguati" a quelle che sono le reali esigenze del territorio – come sottolineato più volte dal procuratore Luca Tescaroli – e che sono tarati su una città che non esiste più, risalenti agli anni ’80 e ’90. I numeri, d’altronde, sono impietosi e non mentono. La Questura, ad esempio, per "fascia strutturale dipartimentale prevede un organico di risorse umane fino a 300 unità. In realtà le unità presenti arrivano a malapena a 250. Negli anni la Questura non ha mai avuto 300 agenti in servizio, al massimo ha toccato il tetto di 280. Alcuni reparti poi, come la Stradale, deve fare i conti con una scopertura di organico che sfiora il 30%. Numeri esigui per una città di quasi 200.000 abitanti e una presenza criminale che si fa sentire. Stesso discorso vale per carabinieri e guardia di finanza che di recente hanno avuto nuovi ingressi, nove carabinieri e sette finanzieri. Sempre troppo pochi se paragonati alla complessità del territorio. Per non parlare del carcere della Dogaia, finito al centro di un’inchiesta della procura per la presenza di telefoni e droga nelle sezioni di media e massima sicurezza, oltre che per le evasioni (per queste sono indagati anche degli agenti della penitenziaria). Le magagne del carcere sono sotto gli occhi di tutti: disordini e carenze strutturali mettono in ginocchio la casa circondariale di Maliseti che ospita circa 600 detenuti, molti di "difficile gestione". L’organico degli agenti della polizia penitenziaria è scoperto del 70%, quello dei sottufficiali del 78%. Poco tempo fa sono stati inviati 36 nuovi agenti ma 26 erano in partenza e quindi il saldo è di appena 10 unità in più.

Un capitolo a parte potrebbe essere dedicato a tribunale e procura. Le grane non mancano. Il tribunale è alle prese da almeno 20 anni con la mancanza di personale amministrativo: la scopertura raggiunge quasi il 50%, il 70% per gli ufficiali giudiziari (presenti al lavoro 8 sui 21 previsti), e i cancellieri (solo uno su 10). La procura conta su otto pm più il capo quando dovrebbero essere nove. Tre, fra l’altro, sono in partenza e chissà quando saranno sostituiti. I giudici sono ridotti all’osso: da circa un anno i collegi giudicanti nel penale sono passati da tre a uno per il pensionamento e il trasferimento di diversi giudici.

La lista è lunga e potrebbe continuare all’infinito. La visita del ministro potrebbe portare in dote non solo "attenzione" per il territorio ma risorse concrete. La città ci spera.

Laura Natoli