
L’accordo sui dazi al 15%. per l’export verso gli Stati Uniti è uno scossone per il distretto, che boccia il patto siglato tra Ue e Usa
L’accordo commerciale siglato tra Europa e Stati Uniti in Scozia, domenica scorsa, già da ieri ha iniziato a traballare. Infatti, la Commissione europea ha sottolineato che "l’accordo politico del 27 luglio 2025 non è giuridicamente vincolante. Ue e gli Usa negozieranno ulteriormente". Intanto una soglia è stata fissata: dazi al 15% sull’export dei prodotti italiani verso gli Usa. Il dado è stato tratto e da qui si inizia a trattare. Quale la ricaduta paventata sul distretto pratese e sulla sua manifattura, se si considera che la quota di export della provincia di Prato è del 4,9%, pari a meno di 160 milioni di euro? E se si considera che alcuni dazi sono già superiori come per tessuti cardati e pettinati a maggioranza lana (al 25%), capi di abbigliamento da donna al 14,9% mentre le macchine tessili per produzione e finissaggio dei tessuti non tessuti sono a dazio zero o minimo? Confindustria Toscana Nord parte dal fatto che il punto di caduta nelle trattative sui dazi è stato più contenuto del ventilato 30% e in assenza di indicazioni ufficiali precise, le interpretazioni ad oggi più accreditate sostengono che i dazi del 15% verranno applicati in maniera generalizzata e flat, assorbendo quelli esistenti: una differenza non da poco in una trattativa ancora in corso per alcune tipologie merceologiche.
"Le trattative hanno contenuto il danno ma sono state lontane dall’eliminarlo – commenta la presidente di Ctn Fabia Romagnoli –. Dazi al 15% sono molto elevati e, sommati all’altra grave criticità del rapporto euro/dollaro, compromettono la competitività delle nostre imprese e rappresentano un fattore di freno per l’economia mondiale, facendo lievitare i prezzi e alimentando l’inflazione". Per Romagnoli "il 15% non è una vittoria" per cui "è indispensabile che sia fatto ogni sforzo per porre le aziende in condizione di competere sui mercati internazionali. Sostegni diretti e un ripensamento delle politiche europee e nazionali per creare condizioni di contesto favorevoli alle imprese". Non dimentichiamo che il distretto si inserisce in un contesto regionale, secondo i dati Irpet, per cui il mercato americano assorbe il 16,2% delle esportazioni con 6358 imprese toscane capaci di produrre l’11% del Pil toscano e il 10% di occupazione.
"Un livello dei dazi al 15% provocherà effetti molto pesanti sull’export italiano, che si sommano all’apprezzamento degli ultimi mesi dell’euro sul dollaro di quasi il 15%". Ne è convinto il presidente di Cna Toscana Centro Emiliano Melani che boccia l’intesa tra Ue e Usa. "Qualsiasi innalzamento dei dazi avrà riflessi molto negativi, in particolare sul sistema delle piccole imprese e ancor più sui nostri territori vocati all’export e che subiranno un impatto maggiore rispetto alla calcolata media nazionale". Per Melani "ai 67 miliardi di euro di vendite nazionali dirette occorre sommare circa 40 miliardi di flussi indiretti in larga parte beni intermedi dei settori della meccanica e della moda, settori principe dei nostri territori, dove è prevalente la presenza di piccole imprese. Si scrive 15 ma si legge 30%". Melani la definisce "una tassa ingiusta e sproporzionata" che "avrà riflessi negativi anche sull’economia americana". Per Cna "sono necessari sostegni: attendiamo la riattivazione del tavolo sull’export a Palazzo Chigi per un confronto su strumenti e criteri per mettere a disposizione del sistema imprese i 25 miliardi assicurati dal Governo".
Per Davide Majone, segretario di Confartigianato Imprese Prato, "è un accordo non indolore. Si spera che quanto meno si possa mettere un limite a questo stato di incertezza. Purtroppo avrà un impatto pesante e serviranno sostegni per garantire la competitività delle imprese". Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato "i settori maggiormente penalizzati saranno la moda e la meccanica, la regione più esposta la Toscana. Ci aspettiamo interventi in materia di competitività a partire dall’abbattimento del costo dell’energia. Si devono accompagnare le Pmi nelle strategie della competitività che debbono essere concertate e debbono essere promosse in collegamento con l’Europa. Nei prossimi giorni faremo incontri per capire il sentiment dei nostri associati, sia esportatori diretti sia aziende che lavorano per chi fa export".
Sara Bessi