
La stazione ferroviaria di Borgonuovo, lungo la linea Firenze-Pistoia fu inaugurata quasi 20 anni fa, il 1 dicembre del 2005
Borgonuovo fu un’appendice del quartiere San Paolo, dove la prevalente immigrazione meridionale e poi di cinesi e poi multilingue si è "pratesizzata" con la "c" aspirata dei pratesi e con la ribollita, per dirla con un neologismo tutto nostrale, inserita quella meridionale nel prevalente ambito parrocchiale e quella di altre etnie ancora distante da un credo religioso comune, come ci spiegava monsignor Aiazzi della confinante parrocchia dei Ciliani, referente principale e portabandiera dell’area in una lettera scritta nella madrelingua a coloro che non avevano aperto la porta per la benedizione pasquale: "Sono passato e non ho avuto l’occasione d’incontrare la famiglia. Qualora desideri la benedizione, mi telefoni per fissare un nuovo incontro. Qualora sia di altra confessione religiosa o non credente, questa mia vuole esprimere il rispetto, la considerazione e la stima che nutro per tutti, perché siamo figli dell’unico padre celeste".
Borgonuovo è frazione che ha conquistato rilievo attraverso realtà sociali significative come la scuola primaria costruita nel 1975; il circolo ricreativo Arci bar, ristorante, pizzeria e organizzazione di eventi sociali; il nuovo ospedale; l’U.S Borgonuovo nata nel 1992 da un’iniziativa di ragazzi che avevano cominciato a giocare nel campetto parrocchiale di don Rovera. In questa frazione si collocò anche la stazione ferroviaria Borgonuovo, inaugurata 20 anni fa il 1 dicembre 2005 nell’affermarsi dell’ondata immigratoria. Piccola, un po’ trascurata e dimessa la stazione della periferia rispetto alla Centrale e a Porta al Serraglio, ma vi puoi avvertire quel che di nostalgico che c’è in ogni fischio di convoglio.
"Non c’è treno che non prenderei, non importa dove sia diretto – dice un pensionato illustre di Borgonuovo – qui c’è un traffico giornaliero medio di quasi mille passeggeri". Si calcola in 47 minuti il tempo per andare in treno da Borgonuovo a Firenze Campo di Marte, sorseggiando i tempi di ogni carrozza ferroviaria, mentre l’automobilista impreca contro l’imbuto a Peretola maledicendo l’inerzia del capoluogo.
Roberto Baldi