
Una gang vandalizza impianto sportivo dell’isolotto. Foto Gianluca Moggi/ NewPressPhoto
Firenze, 3 luglio 2025 – C’è un’oasi tra i casermoni dell’Isolotto, dove i ragazzi praticano sport, socializzano, si integrano le persone con disabilità. Un punto di aggregazione che è un presidio sociale ancor prima che sportivo, con i centri estivi gratuiti per i bimbi. È il polo dell’Upd Isolotto, che però ora è in forte difficoltà per i continui vandalismi e le reiterate occupazioni di una banda di senza fissa dimora stranieri che spadroneggia. Hanno eletto gli spazi del calcio a 9 di via Fedi come casa loro e non ne vogliono sapere di andare via. E non si limitano solo a cercare riparo dalle intemperie. No: si divertono pure a vandalizzare tutto ciò che trovano, senza motivo.
La situazione comincia a pesare sul morale e sulle tasche della società sportiva – circa 400 tesserati – che gestisce questi impianti di proprietà comunale. “Abbiamo finito le attività qui il 20 giugno e già la cosa è insostenibile. Come faremo a riaprire a settembre con tutti i danni che quotidianamente arrecano? – si domanda il gestore Stefano Biondi – Già prima capitava che qualcuno entrasse di nascosto per farsi una doccia, non era corretto, ma era tollerabile. Nelle ultime settimane sono diventate una ventina di persone, un’invasione, e non ci fanno più entrare. È un’occupazione vera e propria. Uno dei custodi è stato persino minacciato con il coltello. Uno gli ha detto: “Questo è casa nostra, vai via!”. Quando arrivano le forze dell’ordine, scappano da tutti i lati, poi tornano dopo un po’”. Ieri mattina però cinque soggetti sono stati acciuffati (altri sono scappati) e portati in caserma dai carabinieri. Due militari sono rimasti a presidiare. Ma la paura è che come le divise si allontanano, gli altri ritornino. Negli spogliatoi l’ambiente lasciato dagli occupanti è drammatico: spazzatura ovunque, puzzo di vomito, giacigli improvvisati con panchine e materassi luridi, e poi chiari indizi di consumo di droga: svuotini per le canne, una boccetta di popper. “Sono sia adulti che ragazzini, entrano dalle finestre posteriori – indica i vetri rotti per l’ennesima volta – Scavalcano dai condomini e dalla scuola confinante e si introducono”.
“Come faccio a investire se non ho sicurezza? – chiede – A settembre devo ricominciare con i bambini, con i disabili, questo è un presidio sociale. Ora facciamo i centri estivi gratuiti, ma così non sosteniamo i costi”. “E non è solo qui” il tour prosegue all’esterno, la centrale termica vandalizzata, guaine strappate per il solo gusto di far danno, sotto le tribune brande improvvisate con erba sintetica sbarbata dal campo. “Hanno rubato il defibrillatore. Sono entrati dentro alla tensostruttura e hanno spaccato tutto. Montano le tende e campeggiano nel campo. Tanti lucchetti mettiamo, tanti ce ne forzano. Saccheggiano la pizzeria. Vorremmo che intervenisse il Comune, proprietario degli impianti, che è informato dei fatti. Questi danni nessuno li ripagherà. Per ripristinare tutto ci vogliono mesi, volontari e soprattutto tanti soldi”. “Per una società sportiva sono costi insostenibili. Abbiamo ottimi rapporti con il Comune, dia un segnale”, annuisce il padre Giovanni, presidente.