
Da via Villamagna fino a viale Redi, tra i lavori per la tramvia e quelli del rinnovo della rete idrica. Intanto i residenti di via del Porcellana lamentano: "Da un mese qui non si vedono operai".
di Teresa ScarcellaFIRENZECinque cantieri in dieci chilometri, praticamente uno ogni due. Senza contare ovviamente i piccoli lavori di manutenzione che poco hanno a che vedere con la viabilità. Stiamo parlando, invece, di lunghe schiere di transenne, metri e metri di rete che ormai decora molte zone della città - vista dall’alto Firenze appare pezzata d’arancio qua e là - e ovviamente di loro, gli acerrimi nemici del traffico: i restringimenti di carreggiata. Guidare è una gara di slalom gigante, solo che la pista in questo caso va condivisa con altri ’atleti’ al volante. Cinque in dieci chilometri sono solo quelli che abbiamo contato andando da Gavinana a Novoli. E per farlo abbiamo scelto una giornata atipica in termini di traffico, giusto per facilitarci il viaggio. Basti pensare che da via Villamagna a viale Guidoni ci abbiamo impiegato ’solo’ 15 minuti, dieci in meno rispetto a quelli calcolati dal navigatore e forse 20 in meno di quelli da prevedere in un giorno feriale qualsiasi.
È la vigilia di Ferragosto. Alle 10 del mattino in strada non c’è praticamente nessuno, se non i pochi rimasti in città. E non ci sono neppure gli operai al lavoro. Ma i cantieri si, quelli ovviamente non vanno in ferie. Decidiamo di evitare viale Giannotti, particolarmente impegnato dai lavori per la tramvia. Il primo lo incontriamo proprio dietro l’angolo, in via Villamagna appunto, in prossimità di piazza Ravenna.
È l’ultimo ’metro’ dell’intervento che Publiacqua sta facendo su quel tratto di acquedotto da tempo. I lavori dimezzano la carreggiata, costringendo le auto a mettersi tutte in fila per uno. Niente a che vedere rispetto alle lunghe file delle settimane scorse, tra il caldo afoso e l’odore di cemento. Si supera la rotonda, si attraversa il ponte ed eccone un altro all’orizzonte. In piazza Alberti si sta mettendo mano alla rotonda, la recinzione arriva fino a via Lorenzo di Credi. Salutata la stazione di Campo di Marte, è di nuovo andamento lento: in via Masaccio ancora lavori, ancora alla rete dell’acqua. Poi un po’ di tregua, fino a viale Redi, con la fase finale di lavori di riqualificazione della strada. Gli ultimi due chilometri di pista sono senza ostacoli e tagliamo il traguardo a schiena dritta.
La strada di ritorno è un’altra storia. Nulla fino a viale Matteotti, dove in compenso una lunga strisciata di polietilene arancione colora per metà le facciate dei palazzi e si divora i parcheggi. Sono le premesse della tramvia. Proseguiamo il viaggio all’ombra degli alberi, seguendo con la mente le future rotaie, e su viale della Giovine Italia i cantieri si aprono di prepotenza su ambo i lati, accerchiandoci. Allentano la presa alla vista del fiume, per poi farci da spalla destra per tutto il lungarno del Tempio, fino a un tratto di lungarno Colombo. Il ponte Giovanni da Verrazzano ridona respiro e libertà al nostro sguardo. Ma quanto è bella Firenze, che meraviglia vederla specchiarsi in Arno. Testa di nuovo alla strada, siamo tornati in piazza Ravenna, scendiamo per via Bracciolini e...viale Giannotti chiuso. Quasi dimenticavamo. Concludiamo il nostro viaggio qui, ma con due menzioni speciali. Uno al cantiere in viale Lungo L’Affrico, dove i cumuli di terra lasceranno prima o poi spazio a nuove vegetazioni e un’area rinnovata. L’altro è per via del Porcellana, in centro. La riqualificazione, a quanto pare, fa penare i residenti. "È un mese che non si vedono operai. Il cantiere è ingombrante e i marciapiedi sono stretti - ci dice Gianna, che vive lì da sempre - con la marea di turisti che passano con valigie al seguito, camminare è un’impresa. Col rischio anche di cadere. L’area dentro al cantiere è diventata una discarica, la gente ci butta di tutto. E dai tombini aperti viene fuori puzza, ma soprattutto topi e blatte. Non proprio un bel biglietto da visita".