
La sede della Pubblica Assistenza l’Avvenire in via San Jacopo. finita al centro di un articolo de Il Fatto quotidiano
Malumori e sospetti. L’intreccio fra volontariato e massoneria come bacino dove raccogliere voti per la politica. Un’ombra sulle ultime elezioni alla Pubblica Assistenza L’Avvenire gettata da un articolo pubblicato qualche giorno fa da Il Fatto Quotidiano nel quale si collega il nome della presidente, Elisabetta Cioni, alle logge massoniche. Tema quest’ultimo tornato prepotentemente alla ribalta a causa dell’inchiesta che ha travolto, come vittima, l’ex capogruppo in consiglio comunale di FdI, Tommaso Cocci. Ad accendere un faro sulla loggia massonica "Sagittario" a Prato è stata la procura quando Cocci ha ammesso di farne parte da 12 anni (ma in sonno da giugno), come emerso nelle lettere ricattatorie inviate nei mesi scorsi a più politici. A far parte della stessa loggia era l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, al centro di due inchieste-bomba per la città: la prima per la corruzione dell’ex carabiniere Sergio Turini (entrambi hanno patteggiato), la seconda per la presunta corruzione dell’ex sindaca di Prato Ilaria Bugetti che poi si è dimessa. Nell’occhio del ciclone è finita adesso la Pubblica Assistenza e, soprattutto, l’elezione dell’attuale presidente indicata come appartenente a una loggia vicina alla Sagittario, la Cavour di cui sarebbe stata anche maestra venerabile, vicina – pare – allo stesso Cocci. A finire al centro delle chiacchiere è il volume di voti e i numeri della sede di via di San Jacopo (che conta 9.000 soci) completamente in controtendenza rispetto a quelli degli anni passati. Qualcuno punta il dito contro le iscrizioni dei nuovi soci che fra gennaio e marzo 2025 sono stati ben 700. Più di quante sono state quelle di tutto il 2024, quando furono 650. I votanti a fine luglio sono stati 727, numero che non si era mai visto prima a una elezione alla Pubblica Assistenza. Nel 2020 i votanti furono 120, ma c’era una lista sola, come nel 2015 quando furono 200 (anche in questo caso ci fu una una unica lista). Nel 2010 la battaglia fu più controversa in quanto le liste erano due ma si raggiunse solo 450 votanti. Qualcuno, spiega ancora, che non tutti i voti sarebbero stati del tutto legali in quanto avrebbero votato anche persone che non avevano titolo perché non erano in regola con il pagamento della quota associativa. Alle ultime votazioni si sono presentate la lista di Elisabetta Cioni, "Un avvenire per L’Avvenire", e la lista "Indiaunozero". Lo scarto fra le due fu di appena 21 voti.
L.N.