
Il Masso del Diavolo. Il percorso è lungo 4,8 km, con 170 metri di dislivello
Un altro percorso che tocca il Montalbano. Il punto di partenza è il parcheggio del Il Pinone (via Montalbano, Carmignano). Lasciata l’auto, si prende il sentiero che parte da dietro al ristorante, indicato sulle mappe come sentiero per mountain bike Pietramarina. In 1,6 km si arriva alla strada asfaltata. Camminando si è circondati da rovi e castagni: due piante tanto diverse fra loro, quanto importanti per la fauna che abita questi boschi. Nei roveti non è difficile avvistare varie specie di uccelli che vi nidificano, e tracce di volpi, ghiotte di more. Ci sono poi querce (in particolare cerri, lecci e roverelle), sorbi, olmi, pini, corbezzoli: la posizione del Montalbano fa sì che a poca distanza crescano piante che trovano ad altitudini differenti. Si svolta a destra sulla strada per arrivare alla radura del Birillone, dove si gira a sinistra sul sentiero Cai 300 diretti a Pietramarina, arrivando al Masso del Diavolo. I suoigradini non sono opera di un demonio, ma probabilmente degli Etruschi: accanto sorge uno dei siti archeologici più importanti del territorio pratese. Per capire l’origine del toponimo occorre uno sforzo d’immaginazione: un tempo questa vetta era spoglia e il mare era ben visibile. Oggi invece alzando gli occhi ci si trova faccia a faccia con dei giganti arborei: questa è la più grande lecceta secolare della Toscana. Fra i mastodontici lecci, spuntano agrifogli di dimensioni formidabilli, fino a i 20 metri. Superata l’area archeologica, si scende accanto al casotto e si svolta a sinistra e poi a destra sulla strada asfaltata. In via Montalbano si va a sinistra per tornare al parcheggio, dopo aver visto l’antistante Pieve di San Giusto. Nel Medioevo accoglieva viandanti e pellegrini. Il percorso è lungo 4,8 km, con 170 m di dislivello.
Andrea Cuminatto