CARLO BARONI
Cronaca

Piano venatorio: "Calato dall’alto non funziona"

Questo è un territorio di agricoltori, allevatori e cacciatori. "Il nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale sembra scritto da chi la...

Questo è un territorio di agricoltori, allevatori e cacciatori. "Il nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale sembra scritto da chi la...

Questo è un territorio di agricoltori, allevatori e cacciatori. "Il nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale sembra scritto da chi la...

Questo è un territorio di agricoltori, allevatori e cacciatori. "Il nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale sembra scritto da chi la campagna la conosce solo per sentito dire – attacca Giacomo Valori, responsabile caccia e pesca Fratelli d’Italia della provincia di Pisa –.Il mondo venatorio toscano si aspettava un confronto, una visione concreta, un passo avanti. Invece si trova davanti all’ennesimo documento calato dall’alto, lontano dalla realtà e sordo alle richieste di chi conosce davvero la gestione del territorio". Ma perchè? "Chi vive in campagna lo sa bene: il cacciatore non è un problema, è parte della soluzione – dice Valori – . Da decenni è alleato naturale di agricoltori e allevatori nella gestione di ungulati, storni, colombacci e altre specie che mettono a rischio raccolti e allevamenti. Eppure, il il piano relega la figura del cacciatore a esecutore marginale, senza riconoscimento, senza diritti, senza partecipazione. Nessun reale coinvolgimento delle associazioni venatorie, nessun confronto strutturato, nessuna trasparenza nel percorso di elaborazione del piano".

Poi un attacco politico. "La sinistra continua a trattare la caccia come un tema da minimizzare o gestire con freddezza ideologica – dice Valori – . Un’occasione mancata per portare in Regione una visione davvero rurale, legata alla concretezza e alla conoscenza del territorio". Il risultato? "Un piano che ignora i veri problemi, non propone soluzioni e manca di visione – conclude –. Una gestione che non regge il confronto con la realtà. Il piano presenta gravi mancanze: Nessuna strategia efficace per contenere l’emergenza ungulati. Storni e colombacci esclusi dalla preapertura, nonostante i danni enormi all’agricoltura. Nessun legame concreto tra caccia, agricoltura e gestione ambientale".