LUCA BONGIANNI
Cronaca

Piaggio resiste alla crisi, i Colaninno ai sindacati: “Investimenti cresciuti”

Fim Fiom e Uilm chiedono garanzie su stabilimenti e occupazione. La proprietà tranquillizza: “Investito il 40% in più. Pesa la concorrenza asiatica”

L’interno dello stabilimento Piaggio

L’interno dello stabilimento Piaggio

Pontedera, 11 settembre 2025 – Il momento è difficile e delicato sotto tanti punti di vista ma la Piaggio riesce a resistere, auspicando una ripresa per il 2026. Si è tenuto ieri mattina a Pontedera l’incontro tra la proprietà, con il presidente Matteo Colaninno e l’amministratore delegato Michele Colaninno, e i sindacati per fare un punto sulla situazione come richiesto alcuni mesi fa dagli stessi lavoratori e a pochi giorni dal via alla cassa integrazione, che andrà avanti per tre settimane, fino al prossimo 26 settembre. Dall’incontro è emerso che la situazione è difficile, a causa di dinamiche internazionali e di mercato piuttosto pericolose, ma con l’obiettivo di una ripresa nel prossimo futuro. Con un comunicato congiunto, Fim, Fiom e Uilm hanno illustrato la situazione alla luce dell’incontro di ieri.

“Il presidente, Matteo Colaninno, ha richiamato i concetti di competitività e di responsabilità come fondanti delle politiche di Piaggio ed ha confermato la piena volontà di mantenere un ancoraggio forte in Italia – dicono i sindacati –. Mentre l’amministratore delegato, Michele Colaninno, ha puntualizzato che la situazione aziendale ha dovuto fare i conti dal 2023 con una contrazione di mercato e con una forte pressione sui prezzi”. Un momento delicato, più in generale, per tutto il settore automotive, in Italia e non solo.

“Proprio le politiche della Ue sulla elettrificazione stanno difatti favorendo la concorrenza a basso costo dei concorrenti asiatici – dicono Fim, Fiom e Uilm –. Ciò nonostante l’ad ha rimarcato che negli ultimi cinque anni in Italia gli investimenti sono cresciuti del 40%, passando da 90 a 145 milioni, mentre il numero dei dipendenti è rimasto stabile a circa 3.000. Sono aumentati fortemente i costi, in particolare quelli dell’energia elettrica e del gas. Altro elemento critico sottolineato è stata la sostanziale scomparsa della filiera dei fornitori in Italia e in larga parte di Europa. L’obiettivo è quello di una ripresa nel 2026, ma pesano le incertezze e le tensioni internazionali”.

Le organizzazioni sindacali ritengono necessario “stringere un confronto sugli investimenti e piani industriali nel merito che interessino tutti i siti in Italia che, a nostro avviso, non possono essere esclusivamente subordinati al mero fattore dei costi” e “serve il giusto equilibrio tra i risultati delle performance aziendali e il loro utilizzo anche in un’ottica di dare le giuste garanzie prospettiche e occupazionali che l’attuale congiuntura non permette di valutare come serene e certe”.

E infine. “Come sindacati abbiamo ragione di temere, in mancanza di un aumento dei volumi, un utilizzo pesante degli ammortizzatori sociali. Pertanto, faremo tutto ciò che possiamo per salvaguardare l’occupazione e al contempo per rinnovare il contratto integrativo di gruppo. La nostra azione sarà rivolta verso Piaggio, ma anche verso la politica che ha la responsabilità di fare una vera azione di politiche industriali per sostenere i forti, necessari e continui investimenti per affrontare il futuro”.