ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Geotermia, imprese in allarme. Riag accusa Enel Green Power: "Serve cambiare il sistema"

Il consorzio chiede alla Regione di superare il criterio del massimo ribasso per garantire crescita, lavoro e ricadute positive sul territorio toscano.

La geotermia in Valdicecina

La geotermia in Valdicecina

Il Consorzio Riag, che rappresenta le aziende della filiera geotermica, ha presentato un documento alla Regione Toscana, lanciando un appello per tutelare gli interessi economici delle imprese locali e, di conseguenza, dell’intero territorio. Al centro delle critiche del Consorzio c’è l’attuale modello di business adottato da Enel Green Power, che a suo dire "sta ostacolando la crescita e la stabilità delle aziende che operano a stretto contatto con il colosso dell’energia". Il cuore del problema, secondo il Consorzio, risiede nella modalità con cui Egp affida gli appalti, ovvero tramite il criterio del massimo ribasso. Questo meccanismo di aggiudicazione, spiega il documento di Riag, "drena i margini delle aziende a vantaggio del concessionario. L’utilizzo di una risorsa pubblica come il sottosuolo, anziché tradursi in un beneficio per la comunità, finisce per svantaggiarla. Le aziende della filiera, pur essendo parte integrante del processo produttivo della geotermia in Toscana, sono costrette a lavorare in un’economia di sussistenza che non consente loro di investire e di crescere". Per Riag, "le conseguenze si riflettono sul tessuto locale, con le imprese che faticano a patrimonializzarsi, ad attrarre personale qualificato e a migliorare il trattamento economico dei lavoratori, contribuendo a un prelievo anziché a una ricaduta positiva sul territorio".

Il Consorzio Riag chiede alla Regione Toscana di intervenire attivamente per "modificare questo sistema". L’obiettivo è quello di stabilire un nuovo quadro di relazioni con Egp che garantisca una redistribuzione più equa delle risorse create dalla filiera. Il consorzio propone di superare il criterio del massimo ribasso a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, attribuendo un peso non inferiore al 60% ai "K tecnici", ovvero ai requisiti che valorizzano le competenze specifiche e il know-how maturato dalle aziende locali in decenni di attività. Il Consorzio chiede che venga definito un prezziario di riferimento per le gare e che siano premiate la rapidità di intervento e la territorialità delle imprese.

Si chiede inoltre di privilegiare gli affidamenti diretti alle aziende locali per importi inferiori a 500.000 euro e che l’adozione dei Ccnl comparativamente più rappresentativi a livello nazionale diventi un prerequisito di partecipazione alle gare. Il documento suggerisce anche l’istituzione di un confronto strutturato tra Egp e i consorzi di imprese locali, per consentire la realizzazione di opere o servizi e superare i limiti dimensionali delle singole aziende.