Pisa, scomparsa nel nulla a novembre: trovato il cadavere di Khrystyna

Il corpo senza vita è stato ritrovato in un casolare vicino a Castelfranco di Sotto, non molto distante da dove la 29enne viveva. Per l'omicidio della ragazza ucraina lo scorso 23 marzo è stato arrestato Francesco Lupino, tatuatore fiorentino

Trovato in un casolare il cadavere di Khrystyina (foto nel riquadro)

Trovato in un casolare il cadavere di Khrystyina (foto nel riquadro)

Castelfranco di Sotto (Pisa), 21 maggio 2021 - Svolta nell'omicidio di Khrystyna Novakla 29enne ucraina scomparsa il 2 novembre 2020 e uccisa, secondo la procura, dal tatuatore fiorentino Francesco Lupino in carcere dal 23 marzo con l'accusa di omicidio volontario. Lupino continua a proclamarsi innocente. Il corpo della ragazza, avvolto nel cellophane trasparente e chiuso con del nastro adesivo, è stato ritrovato ieri in un casolare abbandonato nella campagna circostante Corte Nardi, la località di Castelfranco di Sotto (Pisa), dove la 29enne viveva insieme al fidanzato. 

Riconosciuta grazie a un anello

Quest'ultimo sarebbe stato, per l'accusa, ex socio in affari legati agli stupefacenti del presunto assassino. Il cadavere è stato scoperto dopo una battuta effettuata nelle scorse ore dagli agenti di polizia di Pisa nei pressi del punto in cui il cellulare della giovane ucraina aveva smesso di trasmettere segnali. Il corpo è stato riconosciuto dell'anello regalatole dal fidanzato. A 4 chilometri di distanza dal casolare dove è stato ritrovato il cadavere di Khrystyna è stata scoperta anche una pistola. Nel casolare sono stati trovati anche molti sacchi il cui contenuto sarà analizzato. Vicino al corpo della 29enne c'era anche lo zerbino di casa che era sparito. 

Il cadavere mutilato dagli animali 

La salma è stata trovata in parte mutilata dai morsi di animali. La donna indossava un paio di jeans e un maglioncino azzurro, non aveva le scarpe. 

Il casolare

L'edificio dove è stato trovato il cadavere è invaso dalla vegetazione e fortemente degradato, si raggiunge da una strada poderale e si trova in una zona che gli inquirenti ritengono fosse conosciuta e frequentata proprio da Lupino e dall'ex fidanzato della vittima. Il cadavere è stato trasportato all'istituto di medicina legale e la procura ha già disposto l'autopsia e una serie di incarichi per risalire con certezza all'identità e alla causa della morte. Secondo gli inquirenti, Novak sarebbe stata ferita con due colpi di pistola la notte del 2 novembre: a sparare sarebbe stato proprio Lupino che si sarebbe immediatamente disfatto del corpo nascondendolo nel casolare. L'uomo ha sempre respinto le accuse.

La sparizione della ragazza avvenne all'indomani dell'arresto del compagno della Novak, Airam Gonzalez Negrim, un imprenditore di 41 anni di origini spagnole, fermato dal commissariato di Pontedera per i reati di porto abusivo d'arma e munizioni, ricettazione, detenzioni di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Armi e droga erano stati trovati nella sua villetta di Corte Nardi, a Orentano, dove abitava la stessa 29enne.

Il movente del delitto

Secondola procura il movente dell'assassinio di Khrystyna è legato agli affari illeciti di Gonzalez e Lupino, roba di droga, e dai quali proprio Krystyna voleva allontanare il compagno. Per questo, dopo un alterco in cui Gonzales manifestava la volontà di cessare con il giro di stupefacenti, Lupino, che provava rancore, con una delazione lo ha fatto arrestare e poi, temendo di essere travolto dalle indagini seguenti, avrebbe affrontato la giovane la sera dell'1 e le ha sparato uccidendola, fatto sparire il corpo e ripulito la villa.

L'intercettazione

C’è un’intercettazione ambientale, ritenuta importante, a remare contro Francesco Lupino. E’ quella nella quale parlando con un vicino di casa, Lupino  afferma di come avrebbe dovuto gestire il cellulare la Novak stessa per far perdere le proprie tracce nel caso di una ipotetica fuga. L’intento dell’uomo, secondo le indagini, sarebbe stato quello di attuare un depistaggio finalizzato a simulare l’allontanamento volontario della donna. I passi e le parole di Lupino sono stati messi sotto la lente: letti attraverso analisi tecniche, ma anche in riscontro a testimonianze importanti.

La ricostruzione dell'omicidio

Secondo la Procura la mattina del primo novembre Lupino suonò al citofono della villetta dove la Novak era rimasta sola dopo l’arresto del suo fidanzato. La ragazza vedendo che si trattava di Lupino, prima gli riferì che non aveva bisogno di niente e poi, data l’insistenza del tatuatore, con un gesto di stizza dalla finestra lo mandò via.  Alla scena assistette una vicina che ha riferito di aver visto il Lupino, a seguito del gesto della ragazza, andare via in maniera nervosa, sgommando con la macchina. Ma secondo gli inquirenti il 49enne tornerà un seconda volta, la sera. Per ucciderla. Lupino, secondo quanto riferito dal Gonzalez e riscontrato nelle chat whatsapp, aveva disponibilità delle chiavi della villa dell’imprenditore, dove si svolgevano i traffici illeciti tra i due. E aveva anche la pistola che, secondo le indagini, potrebbe aver utilizzato per zittire la Novak e vendicarsi su Gonzalez che voleva chiudere i rapporti. Del fatto che il Lupino avesse nella disponibilità proprio quella pistola è stato accertato, oltre che dalle dichiarazioni del Gonzalez e da un altro conoscente del Lupino, da una immagine scattata ad agosto 2020 con il cellulare del tatuatore e trovata negli accertamenti sull’apparecchio: una Tanfoglio Limited. Ritenuta l’arma del delitto sulla cui scena lo collocherebbe anche l’analisi dei telefonini. Analizzando il cellulare di Lupino in comparazione con quello della Novak, gli stessi appaiono agganciare celle compatibili con Corte Nardi, nell’orario in cui fu commesso l’omicidio nel punto della casa dov’è sparito uno zerbino. Si era macchiato a seguito del delitto e il presunto assassino, non sapendolo ripulire, come invece avrebbe fatto per terra e sul muro, lo ha gettato? Ma quando? Tra le ipotesi pare ci sia quella che sia stato gettato la stessa mattina in cui riprese vita per pochi minuti il cellulare della ragazza che sarebbe stato fatto muovere dalla corte per simulare una fuga volontaria.