Il giallo del cadavere e i dubbi sui sacchi neri

L’avvocato Rometta "Si continui a cercare il corpo della ragazza"

Il mistero resta e il giallo è sempre in piedi e legato ad un elemento chiave di tutta questa storia: dov’è Krystyna? Che fine le ha fatto fare il suo killer? Quando e come si è disfatto di lei, ma soprattutto dove? "La proprità è trovare il corpo", dice l’avvocato Daica Rometta dell’associaizone Penelope che assite la signora Inna, la madre della ballerina 29enne che, secondo la Procura sarebbe stata uccisa da Franesco Lupino.

"E’ importante, ovviamente, anche per il proseguo dell’indagine – spiega il legale –. Ma ancora di più, secondo noi, perchè c’è una famiglia, colpita dal più grave dei lutti e sconvolta dal dolore, che ha bisogno di dare a Krystyna una tomba dove poterla piangere". L’associazione chiede che si cerchi il cadavere. "Anche indipendentemente dalla posizione di Lupino – aggiunge Rometta – per il quale siamo in fase cautelare e vale la presunzione d’innocenza. A carico dell’indagato c’è un impianto accusatorio sulla base del quale il giudice ha emesso la custodia cautelare: se quest’impianto dovesse essere confermato, chiaramente, è a lui che chiederemo che ci faccia ritrovare il corpo della giovane. Noi però facciamo appello agli inquirenti, che su questo caso hanno lavorato a fondo, con grande professionalità, di approfondire ogni elemento che possa portarci ai resti della ragazza, anche se siamo ben consapevoli delle difficoltà: la villetta si apre su una boscaglia sterminata e inolre chi ha ucciso Krystyna può aver utilizzato diversi metodi per disfarsi del corpo ed ha avuto un vantaggio di tempo importante per farlo sparire". Gli occhi restano puntati su Corte Nardi e i boschi che si aprono immediatamente dietro. "Un passaggio da approfondire – conclude l’avvocato Rometta – è anche quello che, da quanto emerso, e secondo una testimonianza, il presunto assassino sarebbe stato visto con dei sacchi neri vicino all’auto, per poi muoversi da Orentano quando anche il cellulare della vittima fu "visto" dalla cella uscire da Corte Nardi per due chilomentri".

Carlo Baroni