
Il sindaco di Abetone Cutigliano, Gabriele Bacci, ha seguito costantemente l’evolversi della situazione dopo la scossa registrata ieri alle 15.25
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.0 è stata avvertita nel pomeriggio di ieri, alle 15.25, ad Abetone. Il lieve sisma è stato registrato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a una profondità di 13 chilometri, con epicentro localizzato nella zona del bosco di Belvedere, a poche centinaia di metri dalla frazione de Le Regine. Il movimento tellurico è stato percepito chiaramente da buona parte della popolazione di Abetone e Cutigliano, ma anche oltre, senza però provocare alcun danno. "C’è stato qualche attimo di apprensione subito dopo la scossa – ha raccontato il sindaco Gabriele Bacci –. Lo spavento è stato forte sul momento. Dopo una rapida ricognizione abbiamo avuto la conferma che non si erano registrati danni". Subito dopo l’evento il primo cittadino ha invitato i residenti a segnalare tempestivamente eventuali criticità: "Vi chiedo di informarmi immediatamente se aveste riscontrato danni a cose o persone. La vostra collaborazione è essenziale per permetterci di intervenire laddove fosse necessario". Nonostante la magnitudo relativamente bassa, il sisma è stato avvertito anche nella fascia collinare e montana della provincia di Lucca e in alcuni centri dell’Appennino emiliano, confinanti con l’area di Abetone. Un terremoto di magnitudo 3.0 rientra tra i cosiddetti "leggeri": di solito viene percepito solo in prossimità dell’epicentro, come un boato o un breve scuotimento, più che come un vero e proprio terremoto. La profondità di 13 chilometri ha contribuito ad attenuare ulteriormente gli effetti. Per provocare danni strutturali, spiegano gli esperti, sono in genere necessarie scosse superiori al grado 4.5.
La dorsale appenninica toscana resta comunque un’area a costante attività sismica. Negli ultimi tre mesi, in un raggio di circa cinquanta chilometri da Abetone, si sono registrati una decina di eventi di magnitudo compresa fra 2.0 e 2.9: scosse di lieve entità che testimoniano il movimento continuo della crosta terrestre nell’Appennino pistoiese. Una dinamica che, ricordano i sismologi, accompagna questo territorio da millenni e che rientra nella normale attività tellurica della catena appenninica.
Francesco Storai