
Alessandro Tomasi (Acerboni/FotoCastellani)
Pistoia, 18 maggio 2025 – Alessandro Tomasi, lasciamo da parte la campagna elettorale per la presidenza della Regione Toscana e concentriamoci su Pistoia, città di cui lei è sindaco. I temi caldi sono tanti: partiamo dal più semplice, ma anche da quello che crea disagi quotidiani ai cittadini e facili polemiche delle opposizioni: i cantieri. Possiamo fare il punto anche sui lavori del Pnrr?
«I cantieri del Pnrr sono aperti e operativi. C’è stato bisogno di reintegrare alcuni costi per dare seguito alle segnalazioni ricevute dalla Soprintendenza per alcuni lavori aggiuntivi, ma andiamo avanti».
Quindi gli allarmismi sono privi di fondamento?
«Sì, sono insensati. San Lorenzo, piste ciclabili, Legno Rosso tutto prosegue come da programma».
A proposito di San Lorenzo, ma non solo: come mai la città si è trovata ad avere così tanti beni immobili pressoché abbandonati a se stessi?
«Questa è la situazione che abbiamo trovato al nostro arrivo e alla quale cerchiamo da tempo di porre rimedio. Non è tollerabile che per decenni nessuno si sia occupato dei beni pregiati di Pistoia, peraltro ottenuti con i soldi di tutti i cittadini. Un’incuria costante che ha portato questi immobili ad essere a rischio crollo. Siamo a cento metri da piazza Duomo non in luoghi sperduti. Stiamo ristrutturando e mettendo in sicurezza alcuni immobili che accoglieranno servizi per i cittadini. Solo con i servizi questi luoghi possono vivere ed essere vissuti».
Il che comporta, ovviamente, mesi di cantieri e disagi...
«Sì, è insito nelle cose. Ricordo le polemiche per via dei Pappagalli e invece ora la rotonda è apprezzata: meno traffico, meno inquinamento. Oppure vogliamo parlare delle polemiche – di pochi per la verità – per le scale di Villa Baldi Papini? È stata eliminata una barriera architettonica per consentire il passaggio sulla nuova pista ciclopedonale anche a disabili, passeggini e persone anziane».
Avete puntato molto sull’edilizia residenziale pubblica con l’obiettivo di avere sessanta nuovi appartamenti, ora state partecipando a un bando del Ministero dello Sport per tre zone della città...
«È un piccolo bando, ma utile per noi per realizzare un playground. Abbiamo presentato tre progetti, il ministero ne sceglierà uno, ma va bene. I bandi sono un’opportunità importante perché portano risorse e noi cerchiamo di partecipare a più bandi possibile».
Un importante intervento è il restauro del Teatro Manzoni, ma ci sono anche la Saletta Gramsci, la palestra del Bottegone, il Campo Scuola, l’area giochi San Biagio, il Villone Puccini, l’area ex Ricciarelli, i lavori per rendere le scuole sicure ed efficienti: quanto avete speso finora?
«Abbiamo già speso più di cento milioni di euro per la città. Certificati. Già pagati dalla nostra ragioneria».
Poi, c’è il cantiere di via Vannucci.
«Quello è praticamente chiuso, ora si trasferisce in Largo Treviso e via XX Settembre verso la stazione per riqualificare l’area per i pedoni e le biciclette, in attesa del parcheggio scambiatore a sud».
Abbiamo i tempi?
«Per il parcheggio sono lunghi. I lavori sono affidati e finanziati con fondi comunali, della Regione e del bando che abbiamo vinto, ma serve tempo. L’intera zona è soggetta a riqualificazione. Peraltro è il biglietto da visita della città per chi arriva in treno».
L’area ex Breda è oggettivamente inguardabile e poco decorosa, tanto più che vi si affacciano gli uffici della Prefettura e della Questura. Non è un bel biglietto da visita: una storia senza fine?
«Tutte le formalità sono concluse: ora siamo nella fase dei rilascio del permesso a costruire. Ma, per dirla in parole semplici, ora la palla è in mano loro e saranno loro a doversi occupare delle opere pubbliche chieste dall’amministrazione ’in cambio’ dell’area. Ci sarà la piazza, non mancheranno gli alberi».
Peraltro aprirà il grande albergo che dovrebbe favorire il turismo...
«Dovrebbe avere almeno cento camere per facilitare l’arrivo dei gruppi di turisti in città».
Parliamo di turismo, allora: come ha reagito alle critiche di Confcommercio che parla di città sonnolenta nell’organizzazione di manifestazioni che possano attrarre visitatori e far girare l’economia?
«Guardi, con le associazioni di categoria noi abbiamo un rapporto costante, e comprendiamo le preoccupazioni. Le associazioni di categoria si sforzano per organizzare iniziative – da ’La toscana in bocca’ a ’ViniinSala’ –. Il Comune collabora alla realizzazione di ’Un altro parco in città’. Sappiamo che non è facile oggi fare commercio ed è difficilissimo per i giovani aprire nuove attività. Ma non servono soluzioni tampone, bensì qualcosa di strutturale per aiutare il centro».
Ad esempio?
«Credo che occorra riportarci le funzioni pubbliche e le occasioni di socialità e cultura per tornare a essere comunità. E su questo stiamo lavorando. Io accetto le critiche, ma in generale in città non c’è un dibattito di alto livello che affronti i problemi veri e proponga soluzioni concrete. Il futuro va immaginato con lungimiranza e il confronto è necessario. Ben venga il dibattito, anche aspro, ma serio e propositivo. Le critiche fini a se stesse non portano a niente e non mi piace pensare a una città così».
Stesso discorso per il turismo?
«Anche il turismo è un tema da affrontare tutti insieme. Pubblico e privato devono collaborare per la promozione del territorio. Nel tempo, tanto per portare un esempio, con il mondo del vivaismo c’è stato un confronto costante e siamo arrivati ad avere miglioramenti enormi a vantaggio di tutti, anche dell’ambiente».
Avete ricevuto una manifestazione di interesse dalla Fc Pistoiese per l’area sportiva del Pistoia Ovest, cosa pensa di fare?
«Condividiamo il principio che la principale squadra della città debba avere un luogo dove poter lavorare con tranquillità, liberando peraltro altri campi sportivi. Condividiamo anche il principio che gli investimenti siano necessari per il settore giovanile, per la formazione dei ragazzi e, più in generale per l’economia di scala. Abbiamo attivato la commissione per la valutazione dell’area. E le dico che anche lo stadio sarà ripristinato».
Con quali modalità?
«Sarà un restyling a tappe. Prima la tribuna est e, poi, pezzo per pezzo, sarà soggetto a ristrutturazione fino a renderlo anche più capiente. Resta il fatto che oggi è comunque in grado di ospitare una partita di professionisti».
È già tutto deciso?
«No, lo stadio, al momento, non ha ancora un progetto e tantomeno un finanziamento. Ma bisogna saper guardare lontano».
Il basket, da sempre fiore all’occhiello della città, non se la sta passando bene, che idea si è fatto?
«Attendiamo di capire l’esito delle riflessioni in corso su quale tipo di impegno la proprietà ha intenzione di prendere per la prossima stagione. È doveroso dirlo alla città che non ha mai lasciato sola la squadra. Credo sia l’unico palazzetto che è sempre stato pieno di tifosi indipendentemente dalle vicissitudini sportive. Peraltro sulla maglia c’è uno sponsor importante che fa capo a Multiutility e, indirettamente, al Comune. Il territorio – con il Comune, con Estra con il Consorzio – si è mosso e vuole dare segnali importanti per questo è necessario che ci sia chiarezza. Non potranno certo dire che a Pistoia l’ambiente non era ottimale».
Quali investimenti avete fatto sul basket?
«Noi, come amministrazione, investiamo anche per il basket. L’estate scorsa abbiamo rifatto il parquet e un milione di euro è inserito nella variazione di bilancio per la cabina elettrica e per la refrigerazione interna del palazzetto. I soldi ci sono».
Uno dei temi caldi per la città, che spacca la politica e l’opinione pubblica, è la gestione del centro di accoglienza di Vicofaro. Come si risolve?
«Credo siano caduti gli alibi, perché il governo ha messo a disposizione, in via straordinaria, molti posti nei Cas e Sai. Ora c’è una via d’uscita dignitosa e va sfruttata anche perché il sistema di protezione è un percorso verso l’integrazione, è un aiuto concreto».
La rete Sai supera la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo percorsi di inserimento socio-economico: perché viene fatta resistenza?
«Questa è la domanda che si pongono in tanti. Deve essere fatto il possibile per far sì che i ragazzi ospiti del Centro vadano in questi luoghi che sono gestiti bene e dello Stato. Ma c’è di più, il vero nodo è che Vicofaro è un luogo pericoloso per chi ci vive».
Si spieghi...
«Ci sono seri problemi igienico sanitari e di sicurezza per le persone che sono là dentro. Sono i ragazzi dentro a essere in pericolo. E questo non lo dico io, questo è stato certificato ancora una volta dai vigili del fuoco e dalla polizia municipale e dalla Asl. Qui non c’entra la politica. Chi crede che siano posizioni politiche strumentalizza la situazione».
Anche perché a fare i controlli non vanno politici, ma professionisti preparati e seri.
«Appunto. Non è tollerabile che ci sia chi sostiene che questi professionisti siano ’manipolati’ dalla politica o da chissà quale interesse. Sono professionisti impegnati per la sicurezza delle persone che sono là dentro. Sono gli ospiti del centro ad essere in pericolo, è bene che si capisca. Senza dimenticare che ci sono le leggi dello Stato e vanno rispettate».
E Don Biancalani?
«Non aiuta. Non collabora».
Come immagina la città del futuro per i più giovani?
«Un nuovo protocollo con l’Università e la Fondazione Caript aggiorna il precedente con l’obiettivo è portare sul territorio Agraria e alcuni corsi universitari di Ingegneria garantendo così una complementarietà con il tessuto produttivo pistoiese».
E già ci sono esperienze positive come l’apertura di Its Prime...
«Sono queste le cose a cui pensare per costruire una città anche a misura di giovani, per valorizzare la formazione, per creare lavoro. Its Prime è un vero e proprio centro tecnologico all’avanguardia per il settore ferroviario e industriale e offre una formazione post-diploma altamente specializzata e professionalizzante. I dati regionali dicono che la percentuale di assunzioni al termine del percorso Its è del 95 per cento. E questo, senza dimenticare le lavorazioni di Manifattura digitale, altro gioiello che abbiamo solamente noi e Prato. Così si danno opportunità ai giovani».
Quindi investire sui giovani riportando qui l’università e creando nuove forme di lavoro?
«Sì, bisogna cambiare il Dna della città».
Come?
«Ora arrivano il nuovo piano strutturale e il piano operativo. Vanno individuate aree non per la speculazione edilizia – che in passato è stata fatta in abbondanza – ma per dare spazio alla manifattura, all’economia, al lavoro. Vorremmo riuscire ad attrarre nel nostro territorio nuove imprese perché portano lavoro. A Pistoia ci sono aziende importanti, ma differenziare i settori è sempre saggio e fa da cuscinetto ad eventuali, e non augurabili, futuri periodi di crisi. Portare qui nuove imprese, con le vicine Prato e Montemurlo ormai strapiene, è la sfida per il futuro».