RENZO CASTELLI
Cronaca

Villa Madrè, nuova vita 28 appartamenti smart. Vista sul verde da sogno

Matteo Madonna presenta la residenza turistica: "Innovazione e natura". Dalla bellissima scuderia, al bombardamento: una grande storia.

Matteo Madonna presenta la residenza turistica: "Innovazione e natura". Dalla bellissima scuderia, al bombardamento: una grande storia.

Matteo Madonna presenta la residenza turistica: "Innovazione e natura". Dalla bellissima scuderia, al bombardamento: una grande storia.

La notte di Natale del 1943 venne bombardato da una squadriglia di Thunderbird il nodo ferroviario di San Rossore, coinvolgendo nei danni collaterali anche alcune scuderie della vicina Barbaricina e distruggendo in larga parte il bellissimo impianto conosciuto con il nome di “Villa Madrée”.

Era una signorile scuderia con grande villa, 42 box, un tondino per la doma e, intorno, terreni a perdita d’occhio fino alle vicinanze della Torre pendente nel quartiere di Porta Nuova. Villa Madrée era la base operativa della scuderia Sir Rholand, una giubba prestigiosa, sempre ai vertici delle somme vinte negli ippodromi italiani dal 1897 (e lo sarà fino al 1916).

Costruendo nel 1912 quell’impianto, Felice Scheibler aveva realizzato un sogno: lasciare Castellazzo Rho per avvicinarsi a San Rossore, l’eden dei purosangue. La famiglia Scheibler era originaria di Moschau, in Germania. Il padre Emil, protestante, era venuto in Italia nel 1839 per investire nella produzione della seta. Scheibler aveva una perfetta padronanza di cinque lingue, tanto che il governo gli affidò vari incarichi in Francia, in Irlanda e in Inghilterra per l’importazione di stalloni purosangue. E fu nel corso di una di queste missioni che si imbatté in Madrée. Era il 1904 e la puledra venne acquistata per 27 mila ghinee.

Conclusa la carriera agonistica, il suo nuovo proprietario realizzò un vecchio sogno: costruire una scuderia a Barbaricina, “il paese dei cavalli”. E la chiamò “Villa Madrée”.

Finché, nella notte di Natale del 1943, le bombe sganciate dai Thunderbird infransero quel sogno. Nel bombardamento la villa andò distrutta, ma la scuderia in parte si salvò e quei box continuarono a ospitare una decina di cavalli da corsa fino agli anni ‘80, allorché tutti i terreni furono acquistati da Condotte e i box definitivamente spianati.

Il progetto di un grande hotel (forse Sheraton, così si diceva), realizzato dall’architetto Salvatore Re, non ebbe seguito anche per la contemporanea nascita dell’attiguo Grand Hotel Tower Plaza.