MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Spazio, satelliti a bassa quota: finanziato il progetto "Bridge"

Un propulsore alimentato ad atmosfera terrestre ed energia solare che faccia volare i satelliti a bassa orbita. È questo...

Un propulsore alimentato ad atmosfera terrestre ed energia solare che faccia volare i satelliti a bassa orbita. È questo...

Un propulsore alimentato ad atmosfera terrestre ed energia solare che faccia volare i satelliti a bassa orbita. È questo...

Un propulsore alimentato ad atmosfera terrestre ed energia solare che faccia volare i satelliti a bassa orbita. È questo l’ambizioso obiettivo della Scuola Sant’Anna che ha ricevuto un finanziamento da 150mila euro dal Consiglio Europeo della Ricerca per portare avanti, nei prossimi 18 mesi, il progetto Breathe. Coordinato dal professor Tommaso Andreussi, si tratta di un esperimento che ha l’obiettivo di dimostrare la fattibilità di un nuovo tipo di propulsore spaziale, capace di far volare i satelliti in orbite molto basse, al di sotto dei 400 km di altitudine, sfruttando direttamente l’atmosfera terrestre e l’energia solare.

"Un risultato positivo – spiega Andreussi – potrebbe farci fare un grande passo avanti nel realizzare il volo satellitare a orbita molto bassa, rendendo l’utilizzo dello spazio più sostenibile e accessibile a tutti. Far volare i satelliti a bassa quota, infatti, può portare vantaggi significativi: da una maggiore risoluzione delle rilevazioni satellitari fino a un segnale delle comunicazioni con meno ritardi e che utilizzi minore energia. Inoltre – continua – rendereremo più sostenibile il lancio spaziale, spedendo in orbita più satelliti con ogni tentativo. Infine, entro i 400km di altitudine l’atmosfera non è flagellata dai detriti spaziali, riducendo i rischi derivati da questo problema".

Nello specifico, il progetto Breathe svilupperà un nuovo tipo di motore che usa onde a microonde e un sistema magnetico particolare per "accendere" l’aria rarefatta presente a quelle altitudini. L’idea è sfruttare questa reazione per ottenere abbastanza spinta da vincere la resistenza dell’aria e permettere al satellite di restare in orbita molto più a lungo. La progettazione sarà accompagnata da avanzate simulazioni atmosferiche e di dinamica del plasma, già sviluppate durante il progetto. Inoltre, la campagna sperimentale potrà contare sul simulatore spaziale dell’Istituto di Intelligenza Meccanica, uno dei pochi in Europa progettati appositamente per testare propulsori al plasma air-breathing.

"Il finanziamento europeo – conclude Tommaso Andreussi – servirà per dimostrare che il propulsore può funzionare. Se i risultati dovessero avere il successo sperato il prossimo passo sarà quello di costruire un nanosatellite per fare esperimenti direttamente in orbita".

Mario Ferrari