
Luca Rindi, ecologo marino e ricercatore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa
Pisa, 16 giugno 2025 – Approdata sulle sponde viareggine in questo inizio di stagione da bollino rosso, la Porpita Porpita (anche detta “Bottone blu”), organismo che a cose normali popola le aree subtropicali degli oceani, è la nuova specie aliena ad aver raggiunto il nostro mare rimpolpando la lista di organismi forestieri, più o meno nocivi all’ambiente e alla salute pubblica.
Luca Rindi, ecologo marino e ricercatore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, di che tipo di specie si tratta?
“E’ un idrozoo coloniale della famiglia Porpitidae, un piccolissimo organismo (può raggiungere un diametro massimo di 5 cm), detto più comunemente ‘Bottone blu’ per la forma che caratterizza la sua parte centrale. Ha la conformazione di colonia galleggiante con poca capacità di movimento e per questo motivo viene trasportata dal moto del mare e dalle correnti. E’ una specie endemica originaria degli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano che, anche grazie all’aumento delle temperature, ha trovato un habitat accogliente dove mettere radici”.
E’ la sua prima apparizione sulla costa toscana?
“Stando ai dati raccolti, il primo avvistamento in Italia risale al 2019. Mentre fino ad oggi non risultavano segnalazioni ufficiali in Toscana. La scalata della specie verso le aree costiere a nord dello Stivale è un campanello d’allarme: i cambiamenti vanno monitorati con maggiore attenzione. E ai cittadini dico: segnalate alle autorità competenti”.
Quali sono i rischi per l’ambiente e la salute?
“Le meduse, o altri organismi del plancton gelatinoso, possono formare fioriture; nutrendosi di zooplancton e di piccoli organismi, potrebbero ridurre la disponibilità di nutrimento per la popolazione ittica locale. Questa specie non è pericolosa per l’uomo poiché ha un basso potere urticante che può provocare una lieve dermatite”.
Qual è lo stato di salute del nostro mare?
“Nel corso di questo mese la temperatura del Mar Tirreno sta sfiorando in media i 27° superficiali, si parla di +5° rispetto alle medie stagionali. Le previsioni dei modelli globali parlano chiaro: andiamo incontro a estati sempre più torride e caratterizzate dall’aumento dell’intensità e della durata degli eventi estremi”.
Potrebbero apparire altre specie infestanti?
“La ricerca scientifica si occupa da tempo della “tropicalizzazione del Mediterraneo”, un fenomeno che rende l’habitat marino perfetto per l’installazione di specie aliene. Uno studio, che ha coinvolto il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, evidenzia il crescente rischio della scomparsa delle foreste di macroalghe e delle fanerogame dai nostri mari. Queste ultime giocano un ruolo fondamentale: ospitano biodiversità, fungono da ‘nursery’ per specie di pesci e crostacei di interesse commerciale, immagazzinano anidride carbonica e rallentano l’erosione costiera. A causa del cambiamento climatico, si stima per il 2100 una riduzione dell’80-90% del loro habitat e uno spostamento verso le regioni polari”.