
Il faro e la torre della Meloria
Pisa, 21 luglio 2025 – Le Secche della Meloria non sono a secco anzi “fanno il pieno di permessi di navigazione, ormeggio e ancoraggio, permessi rilasciati dal nostro Ente Parco di San Rossore”. Si può già parlare di un boom di richieste esaudite, visto che la scorsa stagione le autorizzazioni si sono fermate a quota 1.860, mentre ora – ovvero a metà luglio – sono già 2.050. Lorenzo Bani, presidente del Parco non ha dubbi: “Abbiamo lavorato bene e in squadra per farci trovare pronti alla stagione. Ci siamo coordinati con reciproco confronto, arrivando a soluzioni condivise con il sindaco di Livorno, Salvetti, e coi circoli nautici pisani e livornesi che, essendo da sempre “sul campo”, ci hanno dato preziosi suggerimenti”.
Le secche che circondano la Torre della Meloria hanno rappresentato per secoli un baluardo naturale contro le incursioni nemiche della Repubblica Marinara, ma sono state anche luogo di numerosi naufragi e in queste acque giacciono relitti e reperti di numerose navi, a partire fin dall’epoca dei Romani. Il nome “Meloria” pare infatti che si origini dal non piacevole appellativo di “malora”. L’acqua in quella zona è cristallina, ricca di pesci e di flora marina, che decretano la zona Santuario dei cetacei e mammiferi marini.
Tornando alle autorizzazioni, i residenti dei comuni di Pisa, Livorno e Collesalvetti hanno delle facilitazioni per alcune zone ed attività da farsi alla Meloria. Le acque sono infatti divise in tre zone. La zona A è riserva integrale e vi possono accedere ricercatori scientifici o natanti per riprese commerciali. Nelle altre zone, come B1, B2 e B3, ad esempio, è consentita la pesca ricreativa e la pescaturismo ai residenti o alle società con sede nelle città citate.
L’appeal di uno scampolo di paradiso a pochissimi chilometri dalla costa pisano-livornese lo si deve in massima parte alla salubrità delle sue acque, salubrità che ha un nome scientifico: posidonia.
La Meloria ha vere foreste di posidonia che ossigenano le acque. Ma all’orizzonte si addensano nuvole minacciose e correnti sottomarine poco salutari, ed il riferimento, che poi si sviluppa nelle parole di Bani, è alla Darsena Europa, l’ampliamento del porto di Livorno. Bani aveva già diramato un “warning”: “Le praterie di posidonia devono essere assolutamente salvaguardate e tutelate. Rappresentano il polmone verde dell’intera zona. L’equilibrio che si è stabilito è tanto eccezionale quanto delicato. Ribadisco quanto ho reso pubblico l’11 giugno e cioè che si dovranno tenere in massima considerazione le valutazioni pubblicate da Arpat per la realizzazione di “Piattaforma Europa”, che confermano purtroppo la preoccupazione già espressa dal sottoscritto”.