Con la riforma e dunque con l’accesso "filtro" per le facoltà di Medicina e Veterinaria si passa dai 1200 iscritti nel 2024 ai 1900 di questo anno accademico. "Siamo gli unici in Italia a far registrare una crescita a due cifre, una crescita cioè del 25%. Nel resto del Paese c’è una flessione che si aggira intorno al 15%": dice il Magnifico Rettore Riccardo Zucchi che è consapevole anche del rovescio della medaglia. "Di questi 1900 iscritti confermati, e cioè che hanno già pagato l’iscrizione, ben 1223 circa hanno scelto la frequenza dei corsi in presenza. E ovviamente non abbiamo posti a sedere per tutti".
Zucchi non ha mai nascosto le sue forti perplessità sulla riforma, ed ora è costretto a fare buon viso a cattivo gioco e dice: "Siamo contenti della fiducia che tanti studenti ci hanno dato e noi facciamo del nostro meglio mettendo a disposizione tre aule da circa 700 posti. Tenendo conto delle turnazioni e degli orari, queste aule non bastano ed ecco che abbiamo dovuto introdurre la frequenza da remoto. Il problema degli spazi si è acuito con la riforma, e riguarda tutte le sedi in Italia e tutti saranno costretti a fare lezioni online. Noi cercheremo il massimo della flessibilità nel senso che ci adoperiamo affinché tutti possano fare una parte della loro formazione in presenza".
Alcuni studenti, sui social, hanno storto il naso perché hanno già subito alle superiori la Dad ai tempi del Covid e di nuovo quello spettro ora si aggira psicologicamente anche all’Università. "Per cercare di facilitare la frequenza sia in presenza che da remoto abbiamo lavorato senza sosta per fornire subito il calendario delle lezioni e siamo riusciti in questa impresa, la chiamo impresa perché non mi risulta che nessuna altra sede universitaria in Italia abbia già stilato gli orari delle lezioni. Per questo obiettivo raggiunto così in anticipo rispetto ad altre città vorrei ringraziare gli uffici e il prorettore alla didattica Paoletti".
La flessione di iscrizioni al semestre filtro nelle altre sedi di ateneo, il rettore la spiega così: "Alla fine il numero chiuso è stato solo posticipato di sei mesi. Alla fine dei sei mesi cioè ci sarà una graduatoria nazionale stilata in base a un esame. La conseguenza è che gli studenti non vogliano perdere sei mesi per non essere poi ammessi alla facoltà di medicina e veterinaria. Qui nel nostro ateneo abbiamo subito messo nero su bianco i crediti che possono essere utilizzati in altre facoltà. Vogliamo far sì che le attività svolte si traducano in crediti formativi riconoscibili e in una solida preparazione per il proseguimento degli studi universitari".
Il rettore, sempre a La Nazione, aveva accennato a un altro problema circa la riforma ed aveva detto: "Chi si iscrive oggi a medicina entrerà nel mondo del lavoro tra dieci anni. In quel periodo, analizzando i pensionamenti previsti, non avremo una carenza di medici, ma forse un eccesso".